Clima teso nel corso della notte, durante la riunione del consiglio dei ministri. La discussione sul nuovo decreto anti Covid-19, che entrerà in vigore dal prossimo 7 gennaio, è stata animata. Oggetto del contendere, ancora una volta, la riapertura delle scuole in presenza. Le due anime del Governo, quella più rigida del Pd e l’altra capeggiata dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, si sono scontrate per ore; alla fine la mediazione è caduta sull’11 gennaio, data in cui riprenderanno le lezioni in classe per il 50% degli alunni delle scuole superiori.
Il nuovo decreto per contrastare la pandemia da Coronavirus introduce un Rt più duro per la classificazione di rischio regionale; saranno analizzati ulteriori criteri per stabilire le fasce gialle, arancioni e rosse. Una regione con l’indice di trasmissibilità pari a 1 entrerà in fascia arancione, mentre scatterà la zona rossa se il valore Rt è pari a 1,25. La soglia è comunque stata abbassata di 0,25 in entrambi i casi.

L’Italia, secondo i nuovi provvedimenti del Governo che saranno validi fino al 15 gennaio, sarà in zona gialla durante i giorni feriali e in fascia arancione nel fine settimana. In giallo sarà consentito spostarsi da un Comune all’altro, ma non da una regione all’altra. Invece, quando l’intero Paese sarà arancione scatterà il divieto di spostarsi da un Comune all’altro. Restano, invece, in vigore le norme per le visite a parenti e amici: non più di due persone, senza contare minori di 14 anni e persone con disabilità o non autosufficienti.
Sul piano di somministrazione del vaccino, infine, sono state previste alcune specifiche procedure per poter esprimere il proprio consenso alla somministrazione del trattamento, per gli ospiti di Rsa, che siano privi di tutore, curatore o amministratore di sostegno e che non siano in condizione di poter esprimere un consenso libero e consapevole alla somministrazione del farmaco.
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