La Giornata internazionale della celiachia è un’occasione per ricordare l’importanza della diagnosi precoce, fondamentale forma di prevenzione delle complicanze, anche gravissime, che una diagnosi tardiva può portare. In Italia, secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, la celiachia coinvolge circa 251.000 pazienti, di cui il 70% (176.054) appartenenti alla popolazione femminile ed il restante 30% (75.885) a quella maschile. Nel 2022 sono state registrate 10.210 nuove diagnosi di celiachia, dato in crescita rispetto al 2021 (8.582) ed al 2020 (7.729). Ma secondo l’Aic, l’Associaizone italiana celiachia, potrebbero essere 600 mila le persone celiache di cui quasi il 60% non ancora diagnosticate.
Per far luce su questa malattia non solo una Giornata Mondiale, in Italia dall’11 al 19 maggio, si celebra anche la Settimana nazionale della celiachia, quest’anno finalizzata a diffondere una corretta informazione sulla celiachia e sulla dieta senza glutine sfatando falsi miti e fake news.
Come spiegato dall’Istituto superiore di sanità, la celiachia si manifesta quando il sistema immunitario attacca per errore il tessuto sano della parete intestinale perché attivato dall’assunzione di glutine con la dieta. Sebbene al momento non si conoscano le cause di questa reazione auto-immune, sembra essere chiara la presenza di una predisposizione genetica. In particolare, le persone con i geni DQ2 e/o DQ8 del sistema di istocompatibilità Human Leucocyte Antigens correrebbero un maggior rischio di svilupparla. Stando ai dati Iss, circa il 30-40% della popolazione mondiale presenta l’aplotipo DQ2, e il 3% di questi sviluppa, prima o poi, la celiachia clinica.
La celiachia può svilupparsi ad ogni età e può presentarsi con segni e sintomi di varia entità a carico di diversi organi e apparati. Spesso i sintomi sono sfumati o addirittura assenti, motivo per il quale la gran parte dei casi, circa il 65% nel nostro Paese, attualmente sfuggono alla diagnosi in età pediatrica. Tra i sintomi più frequenti, l’Iss segnala la comparsa di diarrea, gonfiore e dolore addominale e perdita di peso, come conseguenza di malassorbimento intestinale. Nei bambini, inoltre, si osserva spesso il rallentamento della crescita.
Quando si sospetta di essere celiaci, è importante consultare uno specialista e evitare di impostare diete fai da te. Per diagnosticare la celiachia basta sottoporsi a esami del sangue con sierologia per celiachia. In caso di risultato positivo viene generalmente prescritta una gastroscopia con biopsie multiple a livello del duodeno.
Quanto al trattamento, attualmente, l’unica cura disponibile per la celiachia è l’adozione di una alimentazione priva di glutine, che permette la scomparsa dei sintomi causati dalla malattia e soprattutto di evitare complicazioni gravi. Sono dunque vietati pane, pasta, dolci e derivati del pane fatti con cereali e farine a base di avena, frumento, farro, orzo, grano, Kamut, o malto. Sono da evitare anche lievito e seitan, piatti pronti che possono contenere tracce di glutine, latte e yogurt a base di cereali e malto, salse, dadi solubili, insaccati e caramelle che hanno il glutine come addensante. Tra le bevande sono assolutamente da evitare tè aromatizzati, birra e bevande solubili che potrebbero nascondere tracce di glutine.
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