Impagnatiello stava tentando di avvelenare sia Giulia che il suo feto con del veleno per topi. Secondo gli esperti di Medicina legale non si può determinare se questo elemento è frutto “di più somministrazioni a basse dosi” o di un’unica più elevata, ma sicuramente “nell’ultimo mese e mezzo“, prima del delitto, c’è stato un incremento nella somministrazione da parte di Impagnatiello del veleno. Specificamente sono state trovate tracce di “bromadiolone”, l’anticoagulante più tossico tra quelli annoverati tra i topicidi.
Questa scoperta getta una luce inquietante sul tragico destino di Giulia Tramontano, che è stata uccisa con 37 coltellate e il cui corpo è stato abbandonato vicino a dei box a Senago, in provincia di Milano.

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I carabinieri già nel mese dicembre hanno scoperto che Impagnatiello aveva fatto ricerche online riguardo alla quantità di veleno per topi necessaria per uccidere una persona. Impagnatiello cercava informazioni sul perché il veleno non stesse agendo come previsto. La sua ricerca lo portò a scoprire che la potenza del veleno diminuiva quando somministrato con “bevande calde”. Le prove indicano che l’uomo, se tale si può definire, stava deliberatamente cercando di attuare il suo macabro piano.
A riscontro di questi elementi anche alcune chat di Giulia Tramontano con un’amica, la giovane si sarebbe lamentata, dopo aver bevuto una bevanda calda: “mi sento una pezza, ho troppo bruciore di stomaco (…) lo stomaco mi uccide (…) mi sento drogata“. Una suggestione o forse un’avvisaglia impossibile da immaginare per la 29enne in attesa del suo primo figlio.
Un caso di incredibile crudeltà
L’autopsia e le informazioni investigative rivelano un quadro inquietante di un avvelenamento che ha colpito sia la vittima che il feto per mesi, culminando in un omicidio brutale. L’atteggiamento freddo e calcolato dell’aggressore lascia senza parole e pone l’accento sull’importanza di indagini accurate. Elementi non da poco nel processo: per l’accusa sono la dimostrazione della premeditazione, aggravante finora esclusa dal gip di Milano Laura Minerva.
