Si apre un altro mese all’insegna dell’arte. Anche a giugno, infatti, a Napoli saranno numerose le mostre in apertura. In questo articolo vi proponiamo una selezione di 8 esposizioni da non perdere a partire da questo mese.
“Van Gogh multimedia e La Stanza segreta”, Palazzo Fondi
La mostra Van Gogh multimedia e La Stanza segreta, allestita a Palazzo Fondi di Napoli fino al 26 giugno, presenta la travagliata vicenda del maestro olandese, come uomo e come artista. Fruibili oltre 900 i capolavori del maestro olandese in formato digitale. Una suggestiva galleria multimediale di ritratti, autoritratti, nature morte e paesaggi riproduce con una visione a video su diversi grandi monitor i suoi dipinti originali. Il visitatore potrà avvalersi di tecnologie di altissima qualità e con la massima fedeltà, oltre a una serie di informazioni in italiano e inglese sugli ultimi dieci anni di vita del grande pittore. La multimedialità, una modalità di rappresentazione narrativa sempre più utilizzata negli ultimi anni per avvicinare un pubblico più ampio al mondo dell’arte, nel caso dell’esposizione napoletana si pone lo stesso obiettivo che Vincent Van Gogh voleva raggiungere tramite l’utilizzo del colore: allontanare l’arte dalla mera resa naturalistica e rimandare l’immagine a significati più intensi, intimi ed esistenziali. Oltre a tecnologie avanzate come la Virtual Reality Experience, attraverso cui vedere con un’app le opere in 3D, sono introdotte dettagliate riproduzioni di abiti e oggetti dell’artista e ricostruzioni reali di ambienti divenuti celebri nei suoi quadri, come l’iconica stanza da letto di Arles.

Gli arazzi di Don Chisciotte a Palazzo Reale a Napoli
Inaugurata il 19 maggio, al Palazzo Reale di Napoli, alla presenza dell’ambasciatore spagnolo in Italia Alfonso María Dastis Quecedo, apre la mostra “Don Chisciotte tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi” che intende ricostruire la storia della serie di arazzi con Storie di Don Chisciotte eseguiti dalla manifattura napoletana tra il 1757 e il 1779. Le opere saranno esposte fino al 6 settembre. La mostra, curata da Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale, e da Encarnación Sánchez García, docente di Storia della letteratura spagnola all’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, seguirà il racconto di Miguel de Cervantes attraverso la serie completa dei cartoni, messi a confronto con alcuni degli arazzi oggi conservati al Quirinale, e con le più preziose edizioni illustrate presenti nella Biblioteca Nazionale di Napoli e lo spartito dell’opera di Paisiello proveniente dal Conservatorio S.Pietro a Majella di Napoli. Saranno esposti nello spazio della Galleria del Genovese e nella sala XXIV dell’Appartamento Storico 38 cartoni accanto a 7 arazzi (5 con episodi del romanzo e due decorativi), appartenenti alla serie eseguita dalla manifattura napoletana in due riprese tra il 1757 e il 1779 per arredare la Reggia di Caserta e trasferita dopo il 1870 al Palazzo del Quirinale a Roma. Uno degli arazzi, che arriva da Capodimonte, invece, è la testimonianza della manifattura francese.

“Manga Heroes” al MANN
Cosa accomuna le star del fumetto orientale e i capolavori dell’arte antica? Lo racconta la mostra ‘Manga Heroes. Gli eroi e i miti alle pendici del vulcano” realizzata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli con Comicon e J-PopManga che si è aperta nella sala del Plastico di Pompei (fino al al 19 settembre). Dal Vesuvio, che nel 79 d.C. seppellì Ercolano e Pompei, al Fuji, punto di riferimento per la tradizione pop giapponese, trait d’union è proprio il vulcano. Centotrenta le opere tra tavole originali, animation cells, caschi, toys e oggetti rari. Il museo ospita inoltre da quattro anni un festival sulla cultura nipponica, e per chiudere il cerchio, Kagoshima, città con baia e un vulcano, è gemellata con Napoli. In mostra caschi che ricordano gli elmi della Magna Grecia, armature dei Cavalieri dello Zodiaco che riconducono ai gladiatori, studi preparatori e animation cell che esprimono una geometria figurativa proiettata non solo verso il futuro, ma soprattutto verso il passato. E se Goldrake, Mazinga, Jeeg, Voltron e altri alieni non fossero tanto dissimili da Scilla e Cariddi? E ancora, ecco Astroboy come un piccolo Eracle, Takemichi come un giovane Senofonte, passando per l’Uomo Tigre e Godzilla. Tante le curiosità per chi è cresciuto con i Pokémon, e Haran Banjo, pilota del maestoso Daitarrn 3. La mostra, nel progetto universitario Obvia (coordinamento di Daniela Savy, Federico II) è curata da Jacopo C. Buranelli e si divide in sei sezioni: Il mito e la fantascienza, Demoni e Super Robot, Ai Piedi del Vulcano, Gigantomachie, Anabasi moderne e Guerrieri di Atena con pezzi rari di Fabrizio Modina, Anima Firenze, Christian Colombo, Federico Profaizer, Enzo Francesco Crosera più la raccolta di ritratti d’autore, firmata da Barbara Barberis.

Abramovic a Napoli con “Seven Deaths” nel mito Callas
Sette morti e più viva che mai: Marina Abramović porta a Napoli l’amata Maria Callas, dal palco del San Carlo alla mostra negli spazi di Lia Rumma, gallerista che con lei collabora da un ventennio tenendo saldo il rapporto profondo con una città ‘passionale e vulcanica’. Dopo il debutto italiano di ‘7 Deaths of Maria Callas’, prima opera lirica scritta, diretta e interpretata dalla regina della performing art , il progetto prosegue quindi con la nuova personale, visitabile fino al 2 luglio. E questa volta Callas, con la sua voce, c’è. Il percorso si apre nella saletta cinema con la videoistallazione ‘Seven Deaths’, film d’arte di circa un’ ora che ha fatto da sfondo al live sancarliano. Accanto alla performer ( in costumi strepitosi di Riccardo Tisci) che diviene Tosca, Carmen, Violetta da La Traviata, ChoCho-San da Madama Butterfly, Lucia di Lammermoor, Norma e Desdemona dall’ Otello, c’è l’attore Willian Defoe. Ma a differenza di quanto avvenuto a teatro dove si sono esibite belle voci contemporanee, in sottofondo ci sono le interpretazioni rese immortali Callas. E l’identificazione, anche fisica, tra le due Divine, sembra ancora più intima.

L’Archeologia da Spiaggia di Finotto al MANN
Abbandonati e trascinati dalla risacca per trovare nuova vita: sono gli oggetti di plastica che Maurizio Finotto ha raccolto durante dieci anni sui litorali italiani. Uno scavo particolarissimo, che trova valore creativo nella mostra ‘Archeologia da spiaggia’ alla Stazione Neapolis del Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 31 luglio. Nell’esposizione, curata da Melania Rossi, tredici opere, sculture, diorami, Nel pannello introduttivo parole di Ermanno Cavazzoni. In collaborazione con Scripps Institution of Oceanography at the University of California San Diego, l’allestimento nasce dalla collaborazione con lo Studio Trisorio e grazie alla donazione Art Bonus di Gianfranco D’Amato.

Il Madre celebra Lawrence Carroll
Il Madre di Napoli celebra Lawrence Carroll (Melbourne 1954 – Colonia 2019), artista vissuto tra gli Stati Uniti e l’Italia, con la prima mostra antologica dalla sua scomparsa: 80 opere raccontano la storia, la ricerca e le inquietudini di un interprete cosmopolita della ricerca pittorica, a cura di Gianfranco Maraniello (fino al 5 settembre al Museo d’arte contemporanea Donnaregina. Nelle sue opere sono presenti temi e maniere della pittura contemporanea negli Stati Uniti, da Jasper Johns a Robert Ryman, da Ad Reinhardt a Robert Rauschenberg, come della scultura di Donald Judd e Carl André; partendo dalla progressiva cancellazione di immagini preesistenti, Carroll arriva a stesure di colore bianco simili alla tela stessa. Tra i suoi lavori più recenti una serie di fotografie esposte precedentemente soltanto in occasione di una mostra presso la Fondazione Rolla (Svizzera), oltre ad alcuni disegni inediti (black drawings). La mostra è realizzata in collaborazione con Lucy Jones Carroll per l’Archivio Lawrence Carroll, che dichiara “Che questa prima e importante retrospettiva dell’opera di Lawrence sia ospitata dal museo Madre di Napoli, la sua città italiana preferita, un luogo così vicino al suo cuore, è un sogno!”.

Al MANN “Sing Sing. Il corpo di Pompei”
Sono probabilmente tra i depositi museali più celebri al mondo fonte inesauribile di ‘scavo’ per mostre internazionali e nuovi allestimenti temporanei. Con i lunghi corridoi e le celle chiuse da inferriate che li rendono simili a un carcere di massima sicurezza, ai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli è dedicato il ‘progetto fotografico’ di Luigi Spina “Sing Sing. Il corpo di Pompei” (fino al 30 giugno nella sezione della Villa dei Papiri). Sono decine di migliaia gli oggetti fotografati da Spina negli storici depositi del sottotetto, gli scatti in mostra raccontano la dimensione quotidiana dell’epoca romana: sculture in bronzo, candelabri, lucerne, vasellame, si integrano in un suggestivo percorso di anastilosi. Con questo termine, in archeologia, si intende la ricostruzione ottenuta mediante la ricomposizione, con i pezzi originali, delle antiche strutture.

Omaggio ad Armando De Stefano al Madre
Ad un anno dalla scomparsa di Armando De Stefano (1926-2021) il Madre, museo d’arte contemporanea della Regione Campania, gli rende gli omaggio con la mostra ‘Nulla dies sine linea’ (fino al 18 luglio), a cura di Olga Scotto di Vettimo. Esposte oltre 80 opere (dal 2012 e il 2020) che mettono al centro il disegno e testimoniano una creatività attualissima. I lavori, a grafite e a tempera, affrontano temi ricorrenti del lunghissimo percorso artistico di un pittore figurativo colto e raffinato, le cui costanti sono state le istanze etiche e l’impegno sociale: ed ecco susseguirsi il mito (Apollo, Dafne, Medusa, Giano), le allegorie (la Morte, le Maschere, la Spia, gli Spaventapasseri) e la Storia, universale e privata. Nello stesso periodo della mostra l’omaggio si estenderà con una serie di eventi in altri luoghi dell’arte che ospitano opere di De Stefano: dal Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo al Museo e Real Bosco di Capodimonte, dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici al Rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dal Conservatorio di San Pietro a Majella all’Accademia di Belle Arti di Napoli fino a Vico Equense e Piano di Sorrento. Chiude il percorso il video di Mario Franco che testimonia l’intervento disegnato nel 2011 dall’artista proprio su una parete del Madre in occasione della personale L’Urlo del Sud. Catalogo edito da artem.
