Quando ho cominciato a curare questa rubrica avevo deciso di parlare dei libri che ho amato, quelli che mi hanno tenuta sveglia la notte, sperando di riuscire a trasmettere almeno un po’ della passione che mi avevano ispirato. Man mano, però, mi sono resa conto che più si legge e più si rischia di incappare in storie che ci deludono o, ancor peggio, ci lasciano indifferenti.
Persone normali di Sally Rooney (Einaudi, 2019) è entrato di diritto a far parte di quei libri che mi hanno scontentato profondamente. Vincitore del Costa Novel Award 2019, durante il 2020 ne ho sentito parlare praticamente solo bene dalla stragrande maggioranza dei book influencer, dunque non vedevo l’ora di leggerlo.
Ed ecco che mi ritrovo a fare la conoscenza di Marianne e Connell, due ragazzi che vivono in un paesino irlandese e che non hanno nulla in comune, a parte il fatto di frequentare la stessa scuola. Lui è molto popolare tra i suoi compagni mentre lei è evitata da tutti; d’altra parte, Connell è il figlio della domestica che lavora a casa di Marianne. Quando, poi, frequenteranno entrambi il Trinity College di Dublino le parti si invertiranno: lei sarà una studentessa molto benvoluta mentre lui farà fatica a integrarsi con i colleghi benestanti. Ovviamente sono molto attratti l’uno dall’altra, e così finiscono per stare insieme varie volte ma senza mai raggiungere una stabilità emotiva.
Appena terminata la lettura, la prima impressione che ho avuto è stata quella di aver scoperto una nuova pagina della travagliata storia d’amore tra Dawson e Joey (per chi non li conoscesse, sono i due protagonisti della serie anni ’90 Dawson’s Creek), ma con più turbe mentali e manifestata tendenza alla sregolatezza e all’autodistruzione. Sarà che non riesco a immedesimarmi in adolescenti che, per le circostanze della vita, si trovano a dover fare scelte da adulti ma che restano ancora profondamente immaturi per quanto riguarda la sfera dei sentimenti. Per questo, non mi sono affezionata ai protagonisti; anzi, spesso ho provato fastidio per la loro irresolutezza.