La segnalazione alle forze dell’ordine è arrivata da alcuni cittadini di Pomigliano d’Arco, che avevano individuato una discarica abusiva in aperta campagna. I carabinieri della stazione di Marigliano e della sezione radiomobile di Castello di Cisterna hanno trovato 200 pneumatici abbandonati in un terreno coltivato, esposti alle intemperie. Gli idrocarburi poliaromatici (Ipa) sono componenti chimici presenti negli oli utilizzati durante la produzione delle gomme. Dagli pneumatici e dagli impianti frenanti si staccano micropolveri nocive per l’intero organismo. Si disperdono nell’ambiente sotto forma di vapori durante l’uso dei pneumatici e sono tossici e cancerogeni.
I primi accertamenti hanno permesso di verificare che i rifiuti speciali pericolosi erano stati abbandonati da un 47enne, titolare di un’officina poco distante dal luogo dello sversamento. L’uomo si sarebbe scusato riferendo ai carabinieri che avrebbe smaltito i pneumatici una volta trascorse le feste natalizie, ma la sua giustificazione non è stata presa in considerazione dai militari.
L’intera area è stata sequestrata e il titolare denunciato. A finire nei guai anche il proprietario del terreno che è stato incriminato a piede libero per gestione illecita di rifiuti in concorso. L’estate scorsa, sempre a Pomigliano, i carabinieri forestali bloccarono i lavori di movimentazione terra in un’area di 10mila metri quadri. Una ditta pomiglianese stava depositando e spianando il terreno, verosimilmente per ricoprire rifiuti già scaricati nell’area.
Quattromila dei 10mila metri quadri dell’area furono sequestrati. Erano per la maggior parte inquinati da rifiuti plastici, guaine bituminose e scarti edili, tutti sversati illecitamente. Il titolare dell’impresa, un 51enne di Pomigliano d’Arco, fu denunciato per gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti.
Dai controlli della documentazione da parte dei militari fu accertato che i lavori erano abusivi e non c’erano certificati che chiarissero il tipo e la provenienza del terreno depositato, considerato quindi come rifiuto. Per questo motivo scattarono i sigilli
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