La costruzione del Policlinico dell’Università Vanvitelli è cominciata quasi 20 anni fa, la storia di uno dei più lunghi e tormentati progetti pubblici di Terra di lavoro. Non sono tanto i venti anni di distanza dalla posa della prima pietra a far sobbalzare dalla sedia, ma i ben venticinque (un quarto di secolo ad essere precisi) da quando è stata posta la prima firma su un documento per la realizzazione di un’opera strategica.
“Ci sono appena 50 persone a lavorare al cantiere del Policlinico di Caserta, e con questo organico così ridotto e ritmi di lavoro così bassi, è impensabile che una parte dell’opera possa essere pronta per fine 2022.” Lo afferma il segretario della Fillea-Cgil di Caserta Irene Velotti, anche a nome dei sindacati di categoria di Cisl ed Uil. “A regime – aggiunge Velotti – al cantiere del Policlinico dovrebbero essere in servizio tra i 200 e i 300 addetti“.
Sono previsti 350 posti letto e un blocco per la didattica. Finora c’ è stato un continuo “tira e molla”, tra varianti all’opera di cui c’è sempre bisogno visto che il progetto è di alcuni decenni fa, quando i costi di materiali, energia e anche di lavoro, erano inferiori, e i problemi delle aziende costruttrici. “Sembra che questo cantiere non interessi a nessuno – prosegue Velotti – e questa è una contraddizione grave, visto che di cantieri edili attivati con il superbonus ce ne sono tantissimi sul territorio; mentre un’opera così importante non si riesce a finirla. Abbiamo sollecitato più volte un incontro con l’azienda, ma non ci hanno considerato in alcun modo, e intanto la tensione tra i lavoratori sta salendo“.
Un anno fa fu fornito dal rettore dell’Ateneo Gianfranco Nicoletti un timing preciso delle opere: il blocco della didattica avrebbe dovuto essere consegnato alla fine del 2022, quello dell’assistenza ai malati per fine 2023. “Sarà impossibile rispettare tali scadenze – dice Velotti – prima di tutto per una questione numerica, visto l’organico così ridotto, e poi per mancanza di volontà da parte di tutti gli attori istituzionali. Tra Regione e Università ci metto anche il Comune di Caserta che avrebbe tutto l’interesse a far finire un’opera la cui prima pietra fu posta nel 2003“.