Con l’annuncio della ripartenza dei lavori del Policlinico di Caserta (previsti entro il 16 gennaio), torna in auge la storia di uno dei più lunghi e tormentati progetti pubblici di Terra di lavoro. Non sono tanto i quindici anni di distanza dalla posa della prima pietra a far sobbalzare dalla sedia, ma i ben venticinque (un quarto di secolo ad essere precisi) da quando è stata posta la prima firma su un documento per la realizzazione di un’opera strategica. Se poi vogliamo andare più indietro arriviamo al 1991, quando il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica nel settimo Governo Andreotti (c’era ancora lui), l’aversano Antonio Ruberti, istituiva la Seconda università degli studi di Napoli. Un’eternità. Ma è inutile infierire, perché tra appalti, rinvii, ritardi, ricorsi, nuovi appalti e fallimenti, la storia del Policlinico di Caserta è degna del teatro dell’assurdo.
Avanti, quindi, con la cronologia. A metà degli anni Novanta c’è il via libera dei ministeri della Sanità e dell’Università al progetto del Policlinico, in accordo con la Sun, la Regione Campania, Provincia e Comune di Caserta. A luglio del 1997 viene indetta la gara per l’affidamento del progetto. Solo nel marzo del 1999 c’è la firma dell’accordo di programma per la realizzazione del Policlinico tra gli enti citati in precedenza. Nello stesso anno il Consiglio di amministrazione della Sun affida la stesura del progetto allo studio Pica Ciamarra. Con una ventata di ottimismo (troppo ottimismo) già allora si diceva che la posa della prima pietra sarebbe avvenuta entro la fine del 1999. Ma i tempi si allungano, il 1999 passa e si pensa di spostare il tutto a gennaio 2001. A febbraio 2000, però, manca ancora il progetto definitivo e la previsione di posa della prima pietra si allontana a ottobre del 2002, con la promessa che entro tre anni il sogno del Policlinico diventerà realtà. Un sogno a occhi aperti. Siamo al 2 dicembre 2004 quando il Consiglio di amministrazione della Sun aggiudica i lavori all’associazione temporanea di imprese costituita da Imobilgi Federici Stirlig, Cimolai e Cer. I tempi previsti per l’esecuzione, 1.461 giorni e la data presunta di fine lavori, il 28 dicembre 2008.
La posa della prima pietra avviene finalmente il 3 febbraio del 2005. Per altri 24 mesi rimane quello l’unico ‘muro’ dell’opera. A maggio del 2007 si ritorna a parlare del Policlinico con un tavolo in Prefettura, in cui il prefetto Maria Elena Stasi, il sottosegretario all’Istruzione Gaetano Pascarella, il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti e il presidente della Provincia Sandro De Franciscis, propongono una variante al progetto che consenta la ripartenza dei lavori. Nel marzo 2009 l’Ateneo, però, revoca l’appalto “per gravi inadempienze contrattuali” alla Immobilgi Federici Stirling. Sospensione dei lavori, lungo contenzioso legale terminato nel 2011 e nuova gara d’appalto vinta dalla Condotte Spa. I lavori, comunque, riprendono con la giusta lena solo a marzo 2013, perché nel frattempo i 102 operai della Immobilgi chiedono di essere riassunti dalla Condotte, con proteste davanti al cantiere, in Prefettura e presso Comune di Caserta. È stato realizzato solo il 30% di quanto progettato, ma viene indicata come data di consegna dei lavori il 29 dicembre del 2015. A giugno 2013 la deadline è spostata al primo semestre 2016. Nel febbraio 2014, dopo una visita al cantiere dell’allora sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, è completato il 90% delle strutture.
Sembra che tutto fili liscio, ma nel gennaio 2015 la Condotte licenzia 21 operai. L’interruzione dei lavori è inevitabile. Il cantiere sembra ripartire nel 2017, con l’intervento della Regione Campania, ma nei primi mesi del 2018, la Condotte chiede al Tribunale di Roma di accedere al concordato preventivo. I vertici aziendali alzano bandiera bianca, aprendo così la strada all’amministrazione straordinaria. Arriviamo, quindi, a mercoledì 17 dicembre 2020, alla firma dell’atto di transazione tra l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Condotte, in amministrazione straordinaria, e il Mise. Il cantiere dovrà ripartire entro trenta giorni, l’opera ultimata entro trentadue mesi. Il blocco della didattica verrà consegnato entro venti mesi dalla ripresa dei lavori. Queste sono le scadenze da ricordare (sarà la volta buona?), per una struttura che si svilupperà su una superficie di 250mila metri quadri. A regime ospiterà circa 350 posti letto (150 in meno di quanto era previsto 25 anni fa) e avrà una popolazione studentesca di circa 5mila persone. Sui costi, dal 1995 a oggi, dall’assurdo passiamo al pazzesco: tra la prima fase dei lavori (Immobilgi), la seconda (Condotte) e l’intervento della Regione nel 2017 è stato speso circa mezzo miliardo di euro.

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