Grazie a un intervento chirurgico innovativo all’esofago, realizzato al Policlinico Federico II di Napoli, una bambina di 8 anni riesce ora a deglutire senza problemi. La bambina soffriva di acalasia esofagea, una complessa patologia che non consente di magiare cibi solidi ed è stata curata con un trattamento mini-invasivo dallo staff medico di pediatria del nosocomio universitario partenopeo. I genitori della piccola, preoccupati per non aver trovato alcuna soluzione al problema della figlia, hanno individuato nel Policlinico Federico II un centro di eccellenza nel trattamento e nella cura delle patologie gastrointestinali pediatriche. Giunti dall’Albania sono stati accolti da Annamaria Staiano, direttrice dell’Unità operativa complessa di pediatria generale, che ha studiato e inquadrato la patologia, ponendo le basi per l’intervento chirurgico.
Ad operare la piccola è stato Ciro Esposito, direttore della Uoc di chirurgia pediatrica. Dimessa pochi giorni dopo l’intervento, la bambina ora è tornata a Tirana, insieme ai suoi genitori. È completamente guarita, riesce a deglutire senza alcun problema ed è seguita a distanza, grazie all’ausilio della tecnologia, dallo staff medico del reparto di pediatria del Policlinico Federico II. A spiegare i sintomi dell’acalasia esofagea, sulle pagine del web magazine dell’Azienda ospedaliera universitaria, è Annamaria Staiano . “È una malattia rara che si manifesta solitamente in pazienti adulti tra i 40 e i 60 anni e, molto raramente, in età infantile. I sintomi più frequenti sono la difficoltà nel deglutire, il rigurgito e il dolore nel momento della deglutizione fino all’impossibilità ad alimentarsi. La terapia medica con calcio antagonisti non dà, di norma, buoni risultati, ed è necessario che i pazienti siano trattati con tecniche chirurgiche mini-invasive come la laparoscopia”.
La miotomia extramucosa è un intervento eseguito per via laparoscopica con i classici ‘mini-buchini’ sull’addome. L’obiettivo è quello di eliminare l’ostacolo al passaggio del cibo e consentire al paziente di riprendere a deglutire normalmente. “L’intervento consiste nella mobilizzazione della parte distale dell’esofago dall’addome – prosegue nella spiegazione Ciro Esposito – vale a dire che si ‘scolla’ l’esofago dalle strutture anatomiche di ancoraggio naturale alla parete dell’addome e al diaframma e si incidono gli ultimi 5-7 cm delle fibre muscolari dell’esofago utilizzando l’energia laser e telecamere ad alta definizione. I risultati a distanza di tempo sono ottimi: circa il 90-95% dei pazienti risolve i propri disturbi in maniera definitiva e il 5% circa migliora pur presentando la persistenza di una minima sintomatologia alla deglutizione”.
Naturalmente soddisfatta è Anna Iervolino, direttrice generale dell’Aou Federico II. “Sono orgogliosa del Children Hospital del Policlinico Federico II in cui l’eccellenza delle professionalità si unisce all’avanguardia delle tecnologie, con sale di endoscopia pediatrica e sale operatorie chirurgiche tra le più moderne costruite in Italia. Grazie all’impegno degli operatori e agli investimenti realizzati possiamo paragonarci oggi alle grandi realtà pediatriche internazionali, come Londra e Parigi”, conclude Iervolino.
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