Ancora un episodio di violenza nei confronti di una donna. È accaduto nella notte appena trascorsa a Portici, dove i carabinieri della locale stazione hanno arrestato un 30enne in flagranza differita per maltrattamenti in famiglia.
A seguito di una segnalazione, di una donna in lacrime che chiedeva aiuto, giunta al 112, la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri, ha disposto in tempo reale l’invio di una pattuglia. Qualche minuto e i militari (già di perlustrazione in quell’area) sono giunti nei pressi dell’abitazione indicata. La donna ha raccontato che, da circa un anno, subiva maltrattamenti fisici, insulti e minacce che non aveva mai denunciato per amore dei propri figli di 8 e 4 anni. L’ultimo episodio era stato per lei un punto di non ritorno, tanto da decidere di trasferirsi in un’altra casa.
Questo però non ha impedito all’uomo di rintracciarla e raggiungerla. Poco prima, infatti, il 30enne era entrato nel nuovo appartamento della donna, aggredendo la stessa e strappandole con violenza una collana dal collo.
A distanza di poco tempo i militari sono riusciti a individuare e arrestare il marito violento nella sua abitazione di residenza. Inoltre, le indagini hanno rivelato che l’uomo aveva nascosto un Gps nell’auto della moglie, permettendogli di seguire ogni suo spostamento tramite un’app sul proprio smartphone. Questo controllo ossessivo riduceva praticamente a zero le possibilità della vittima di sfuggire o di avere una vita sociale. Inoltre, dall’analisi del telefono della donna, i carabinieri hanno recuperato diversi messaggi contenenti esplicite minacce di morte inviate dal marito.
È triste che la donna abbia subito episodi simili in passato senza denunciarli, nella speranza di poterlo aiutare. Storie di questo tipo, purtroppo, continuano a essere all’ordine del giorno. La propria casa, il luogo che dovrebbe essere il più sicuro del mondo, diventa per molte donne una vera e propria prigione.
Quella contro la violenza sulle donne è una lotta incessante: le forze dell’ordine sono, da sempre, in prima linea nel combattere le violenze di genere. L’invito, pertanto, è quello di denunciare sempre i propri aggressori al fine di interrompere il ciclo del silenzio, della violenza e della solitudine che si crea attorno alle vittime degli abusi. È fondamentale che chi subisce violenze e maltrattamenti familiari debba sapere di non fidarsi mai di chi assume questo tipo di comportamenti che ledono in maniera pericolosa la sua incolumità fisica e mentale e che non deve lasciarsi influenzare da offese e minacce, trovando il coraggio di parlare e di denunciare il tutto.