Progetto “Mentorship”: L’Orientale di Napoli in prima linea nell’integrazione e nell’inclusione sociale
L'ateneo partenopeo rappresenta da sempre un crocevia di culture, lingue e tradizioni provenienti da ogni angolo del mondo. Ne abbiamo parlato con gli studenti e le studentesse che partecipano al programma
L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” si propone da sempre come punto di riferimento per lo studio e la ricerca delle culture straniere. Lo studio dei popoli di tutto il mondo rappresenta un fondamentale strumento di comprensione della modernità, per questo l’ateneo partenopeo attira ogni anno centinaia di studenti provenienti da ogni dove: ad oggi sono ben 414 gli studenti stranieri iscritti ai corsi di laurea offerti dalle diverse facoltà. In un mondo globalizzato, fatto di scambi e di incroci tra lingue, culture e tradizioni anche molto diverse tra loro, “L’Orientale” è perciò impegnata in prima fila nella programmazione e nella realizzazione di politiche di integrazione e di inclusione sociale e culturale.
È proprio in quest’ottica che si inserisce il progetto Mentorship. Nato dalla collaborazione tra ilDipartimento per le libertà civili e l’immigrazione coordinato dal ministero dell’Interno e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), il programma si pone diversi obiettivi, tra cui quello di incoraggiare le iniziative accademiche a supporto dell’inclusione sociale degli studenti migranti, di sostenere il ruolo dei giovani quali promotori delle attività volte al multiculturalismo nonché di favorire approcci e pratiche che facilitino la condivisione e la diffusione delle conoscenze in ambito accademico e non. Il progetto si rivolge all’intera platea studentesca e vuole creare una rete unita e solidale di studenti pronti ad affrontare insieme le sfide e i cambiamenti di una società sempre più multietnica, multiculturale e globalizzata. Last but not least, l’iniziativa mira a contrastare ogni forma di intolleranza e di pregiudizio sociale e culturale sia dentro che fuori le mura universitarie.
Il progetto Mentorship coinvolge attualmente dieci atenei in tutta Italia promuovendo la partecipazione attiva degli studenti alla vita accademica, trasformando la comunità studentesca in un “corpo vivo” impegnato costantemente nella realizzazione di una società più equa, accogliente e inclusiva, e favorendo al tempo stesso la costituzione di una rete italiana di università solidali. In particolare, il progetto mira al riconoscimento del ruolo di comitati studenteschi costituiti ad hoc allo scopo di supportare attivamente gli studenti stranieri durante tutto il loro percorso formativo. Adottando un approccio di tipo peer to peer, gli studenti iscritti all’Orientale si comportano da veri e propri “mentori“: a loro viene infatti affidato il compito di guidare i loro colleghi stranieri esattamente come dei Virgilio alle prese con Dante.
Gli studenti che vi aderiscono svolgono attività di supporto e di accompagnamento in tre ambiti diversi: in ambito didattico i volontari si impegnano a sostenere i colleghi stranieri che hanno necessità di essere coadiuvati nell’affrontare le diverse prove d’esame previste nel loro percorso di studi; in ambito amministrativo e legale i volontari hanno il compito di semplificare l’accesso ai servizi universitari attraverso suggerimenti pratici, per risolvere e facilitare lo svolgimento delle faccende burocratiche più complesse; in ambito sociale, infine, gli studenti che si trovano in maggiore difficoltà vengono accompagnati nel proprio percorso attraverso momenti di confronto, di condivisione e di socialità che ne favoriscono l’integrazione.
Il ruolo dei “mentori” è quello di promuovere principalmente eventi e dibattiti che hanno come filo conduttore il tema della cooperazione internazionale oltre che organizzare attività più “leggere” a scopo ludico-ricreativo, di svago o di intrattenimento. A tal proposito, abbiamo deciso di entrare nel vivo del progetto e, nel raccontarlo dall’interno, abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni dei “mentori” che costituiscono parte del cuore pulsante dell’iniziativa coordinata dal tutor Gabriele Turco.
Liliana Ancora studia Lingua e cultura araba. “Ho aderito al progetto senza esitazioni entrandovi a far parte in qualità di tirocinante“, afferma la giovane studentessa, che prosegue: “Partecipazione ed entusiasmo non sono mai mancati e ci siamo impegnati fin dall’inizio ultimando e perfezionando una pratica guida in pillole ideata dal precedente gruppo di mentori che rappresentasse una sorta di cassetta degli attrezzi per gli studenti. Nel corso della nostre attività abbiamo pubblicato sui nostri canali social informazioni di grande utilità.Il tutto si è svolto in un clima di grande serenità e collaborazione caratterizzato da tanta voglia di fare.I diversi eventi, a causa della pandemia, si sono svolti in modalità on-line ma ciò non ci ha impedito di avere un ottimo riscontro in termini di partecipazione.Le iniziative più interessanti ci hanno dato l’opportunità di conoscere persone diverse, portatrici di esperienze di vita e di background culturali molto eterogenei. Tali incontri, in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, sono stati particolarmente utili e hanno permesso agli studenti di fare nuove amicizie oltre che innescare un importante meccanismo di solidarietà e di supporto“. Liliana conclude: “Attraverso i vari percorsi accademici abbiamo acquisito nuove conoscenze grazie a un vero e proprio processo di self-training.Abbiamo avuto inoltre l’opportunità di interfacciarci, grazie all’Oim, anche ad altri progetti interessanti come il programma Y-med, volto a garantire la possibilità ai giovani laureati provenienti da Egitto, Marocco e Tunisia di poter svolgere tirocini lavorativi presso le aziende Italiane al fine di facilitare il loro inserimento lavorativo nei rispettivi Paesi d’origine”.
Federica La Fata studia invece Lingue e comunicazione interculturale in area euromediterranea. “Con il progetto Mentorship – conferma la studentessa – abbiamo garantito un’opportunità in più nell’offrire supporto concreto nei confronti di un’ampia platea studentesca.Nel solo ambito amministrativo e legale abbiamo assicurato sostegno e accompagnamento a oltre 150 utenti con 15 richieste d’intervento da parte studenti stranieri.Per tenerci costantemente aggiornati abbiamo realizzato un canale Telegram con l’obiettivo di creare una rete informativa capillare.Abbiamo inoltre pubblicato articoli e contenuti dalla forte valenza sociale e culturale sul sito web unimentorship.it sia in occasione della Giornata internazionale della lingua madre sia della Giornata internazionale della donna. Il programma – prosegue – vuole anche favorire la realizzazione di momenti di aggregazione e di condivisione tra studenti così da passare insieme momenti di svago e di spensieratezza.A tal proposito abbiamo svolto diversi eventi on-line come un avvincente e divertente trivial mask organizzato nel periodo di Carnevale oltre a una miriade di aperitivi on-line nei weekend. L’aspetto più gratificante dell’intero progetto – conclude Federica – è stato quello di poter aiutare studenti e studentesse che vivono sulla propria pelle i disagi, le problematiche e le difficoltà legate al proprio percorso accademico.Nel nostro piccolo proviamo dare del nostro meglio svolgendo un ruolo da facilitatori e da mediatori tra studenti e ateneo.Se il progetto ha avuto grande successo è stato grazie al grande lavoro di squadra svolto fino a oggi“.
Davide Moschella studia infine Relazioni internazionali. “Ho conosciuto il progetto tenendo d’occhio la sezione news del sito dell’Orientale – afferma lo studente – e una volta letto l’annuncio mi sono informato in maniera più approfondita. Non ho avuto dubbi che si trattasse di quello più adatto al mio profilo e alle mie conoscenze.Le finalità mi hanno colpito positivamente fin da subito e aderendovi ho cercato di dare il mio personale contributo sia nella vita accademica che in quella privata dei soggetti coinvolti.Il mio impegno si è focalizzato sulla didattica, supportando il metodo di studio e le modalità di approccio e di apprendimento alle diverse materie. Abbiamo avuto contatti diretti con altre realtà accademiche – prosegue il giovane “mentore” – e ci siamo confrontati con i nostri colleghi provenienti da tutta Italia; ciò ha permesso una capillare condivisione di idee, di programmi e di obiettivi comuni. Si è creata così una rete di scambio di know-how mirata all’integrazione socio-culturale.Ci siamo anche impegnati in ambito extra-accademico.Una volta, ad esempio, ci siamo attivati per aiutare uno studente straniero nel cercare un medico di base poiché ne aveva urgente bisogno.Grazie a queste piccole ma importanti azioni – conclude – si è creato un forte senso di coesione e di solidarietà all’interno del corpo studentesco.Penso fondamentalmente che ciò che più conta nella vita accademica non sia solamente l’acquisizione di competenze e conoscenze, che pure sono importanti per la nostra formazione, ma anche la crescita umana di ognuno di noi attraverso le esperienze di vita e le opportunità che la stessa università è in grado di offrire“.
Questo sito Web utilizza i cookie. Continuando a utilizzare questo sito Web, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Visita la nostra Privacy Policy. Accetto