D’ora in avanti le donne vittime di violenza potranno accedere al reddito di libertà. A renderlo noto è stata l’Inps con la pubblicazione della circolare numero 166 che recepisce il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2020 il quale introduce forme di sostentamento economico per le donne vittima della violenza di genere. Il fondo, stanziato dal Governo con un capitolo di spesa ad hoc pari a tre milioni di euro, è stato istituito per favorire l’indipendenza economica attraverso percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne che si trovano in condizioni di vulnerabilità economica. Il contributo consiste in una somma massima di quattrocento euro mensili concessi a ogni singola donna per un periodo non superiore a un anno ed entro i limiti delle risorse assegnate a ciascuna Regione.
Potranno accedervi tutte quelle donne, con o senza minori a carico, già inserite all’interno dei percorsi di autonomia individuale gestiti dai servizi sociali e dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni. Il reddito di libertà sarà finalizzato a sostenere in via prioritaria le spese primarie per garantire l’autonomia abitativa, la riacquisizione dell’indipendenza personale nonché il percorso scolastico dei propri figli. La misura potrà essere integrata con altre forme di sostegno al reddito. Hanno diritto a ricevere il contributo tutte le donne residenti sul territorio italiano di età compresa tra i 18 e i 67 anni, siano esse cittadine italiane o comunitarie, nonché le cittadine extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno oppure riconosciute con lo status di rifugiate politiche o sotto protezione sussidiaria.

Cosa fare per poter accedere al reddito al reddito di libertà?
Le istruzioni per la presentazione della domanda di accesso al contributo, i requisiti di accesso, il regime fiscale e le compatibilità con altre misure di sostegno sono spiegate nel dettaglio sul portale dell’Inps. La domanda (scaricabile qui, nella sezione “allegati”) dovrà essere compilata e presentata dalle donne interessate presso gli sportelli del Comune di residenza. Una volta consegnata sarà compito dell’operatore comunale inserire la domanda direttamente sulla piattaforma dedicata. La richiesta, per risultare valida, oltre a essere compilata correttamente in tutte le sue parti, deve essere accompagnata da un’attestazione della condizione di bisogno ordinario, straordinario o urgente rilasciata dal servizio sociale di riferimento territoriale, e da una dichiarazione che attesti il percorso di emancipazione e di autonomia intrapreso dalla donna rilasciata dal centro antiviolenza.
Le domande che rispettano i requisiti indicati saranno accettate fino a quando non saranno esauriti i fondi messi a disposizione dal Governo per l’annualità 2021. Le richieste non accettate per insufficienza di risorse potranno essere accolte successivamente, all’atto di ulteriori finanziamenti destinati all’annualità successiva. Una volta accettata la richiesta, l’importo relativo al sussidio verrà accreditato sul conto corrente, sul libretto di risparmio o sulla carta prepagata intestata alla richiedente del contributo. La somma erogata, che corrisponde a un contributo massimo di 400 euro al mese per un anno, è esente dalla tassazione ed è cumulabile con altre forme di contributi o di ammortizzatori sociali come il reddito di cittadinanza, gli assegni familiari e via discorrendo.
Dopo quasi un anno dalla sua approvazione, finalmente, il reddito di libertà diventa realtà. Si tratta di una misura importante che mira ad aiutare le donne vittime della violenza maschile affinché possano riprendersi in mano la propria vita, intraprendendo un percorso di riappropriazione della propria libertà. È fondamentale che le donne non solo vengano accompagnate e tutelate dalle istituzioni nel denunciare la violenza ma che vengano sostenute concretamente e materialmente con strumenti di sostentamento economico. Anche se le risorse messe in campo non sono mai totalmente sufficienti per risolvere integralmente il problema, si tratta pur sempre di un primo aiuto che offre alle donne vittime di soprusi, tra cui la stessa violenza economica, una delle forme più subdole e striscianti di violenza domestica, una nuova prospettiva di autonomia e di autodeterminazione.
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