Stamane i carabinieri del nucleo forestale di Marcianise, allertati da una pattuglia dell’esercito impegnata nell’attività di controllo sul territorio di San Tammaro, sono intervenuti all’interno di un fondo agricolo dove era in corso un ingente sversamento di liquami a suolo nudo attraverso l’utilizzo di due grosse autocisterne.
In seguito ai rilevamenti e ai controlli effettuati sull’area, i forestali hanno identificato i due conducenti delle autobotti, entrambi comproprietari del fondo agricolo. È stato così accertato che l’ingente sversamento effettuato in aperta campagna proveniva da un impianto di produzione di biogas situato nella provincia di Salerno. Nonostante i due proprietari del fondo possedessero le autorizzazioni del Comune di San Tammaro, i carabinieri hanno accertato che i due uomini colti in flagrante, provvedessero a smaltire illecitamente il prodotto digestato utilizzando il fondo agricolo come sito di smaltimento. Le rilevazioni effettuate sull’intera area hanno rivelato infatti che non solo non vi fossero colture agricole in atto, ma le modalità di smaltimento tramite grosse autobotti e tubazioni di scarico di grosso diametro, stavano a dimostrare il mancato rispetto delle normative vigenti riguardanti le concentrazioni massime di sostanze organiche e di nitrati utilizzati per la concimazione dei terreni, rappresentando in questo modo un pericolo per l’ambiente e per la salute umana.
Le modalità di sversamento dei liquami infatti rappresentavano una vera e propria operazione di “lagunaggio” che poco si addicono al tipo di conformazione del territorio. I militari della forestale hanno così provveduto al sequestro del fondo agricolo esteso su una superficie di 20mila metri quadrati e denunciato per il reato di gestione illecita di rifiuti speciali i proprietari del terreno, deferendoli in stato di libertà all’autorità giudiziaria. Nelle prossime ore i forestali eseguiranno anche una serie di accertamenti volti a stabilire se nelle campagne di San Tammaro ci sia stata una contaminazione del suolo e delle sottostanti falde acquifere al fine di valutare le concentrazioni di azoto e di sostanze organiche nocive per l’ambiente.
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