Una frode fiscale degna di un film americano è emersa dalle indagini condotte dagli uomini delle fiamme gialle. La guardia di finanza di Napoli, sotto la direzione della Procura della Repubblica partenopea, ha eseguito, tra le province di Napoli, Venezia e Ravenna, un sequestro preventivo di beni del valore di 3.800.000 euro, disposto dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Napoli, e perquisizioni a carico di una società e di un gruppo di persone coinvolte in un complesso sistema fraudolento.
Agli indagati vengono contestati i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la compensazione di crediti inesistenti, sia formati grazie alle false fatturazioni sia prodotti da contratti di cessione di crediti fittiziamente costituiti da varie società di comodo, tutti utilizzati per compensare l’Iva e i contributi previdenziali dovuti allo Stato. I meccanismi di frode fiscale individuati sono due: il primo basato sull’emissione di fatture false per prestazioni di servizi in reverse charge (senza applicazione di Iva) da parte della società in favore di varie cartiere, che a loro volta emettevano fatture false per prestazioni di servizi, noleggi attrezzature e cessioni di beni alla stessa società. Grazie a questo espediente, l’impresa si trovava a credito Iva da utilizzare per compensare le imposte e i contributi dovuti. Parallelamente le cartiere si trovavano gravate da ingenti debiti Iva mai versati. Il secondo meccanismo, invece, era incentrato sull’acquisto da parte della società di fittizi crediti Iva prodotti da altre imprese di aziende fatturiere e utilizzati sempre per compensare debiti erariali e previdenziali.