Dalle prime luci dell’alba è in corso una imponente operazione internazionale della Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. L’operazione ha smantellato un’organizzazione internazionale dedicata alla raccolta di scommesse clandestine, riciclaggio e peculato, operante tra Italia, Serbia e Austria.
Ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord, gli uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli. Undici le persone indagate: tre sono finiti in carcere, altri sette ai domiciliari, mentre un altro è stato sottoposto ad obbligo di dimora. L’inchiesta coinvolge diverse agenzie di scommesse nel territorio casertano e napoletano, causando danni per svariati milioni di euro all’Agenzia delle Dogane e Monopoli.
L’indagine ha avuto inizio con il sequestro di un locale nel comune di Marano di Napoli, dove sono stati trovati elementi indiziari di un sistema di raccolta abusiva delle scommesse gestito da un sodalizio transnazionale. L’immobile, privo di insegna, era dotato di sistema di videosorveglianza, maxischermi e terminali collegati a siti web “.com” vietati dalla normativa italiana, appartenenti a una società austriaca senza concessione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
L’organizzazione criminale è stata smantellata grazie a indagini anche in territorio estero. Si è scoperto che una società austriaca rappresentava l’apice di una struttura composta da numerose reti di agenzie di scommesse, ciascuna coordinata da un referente (“master”) che gestiva l’affiliazione delle singole agenzie (“corner”). Il server della società austriaca era localizzato in Gran Bretagna, ma controllato da una società serba attraverso una sede occulta in un centro commerciale. Le agenzie di scommesse erano munite della licenza rilasciata dalla Questura e di un contratto con una società maltese, ma erano collegate a siti illegali messi a disposizione dalla società austriaca, consentendo scommesse in contanti ben superiori ai limiti di legge.
Dalle varie indagini e stato anche scoperto un giro di scommesse clandestine nell’ambiente carcerario: su un conto di un detenuto nel carcere di Napoli-Poggioreale sono state accertate “ricariche” variabili da 70 a 800 euro, giocate complessivamente pari a 20mila euro e vincite per un totale di circa 15mila euro. Grazie a questo sistema il gruppo criminale traeva profitti in tutte le sue componenti: gli utenti finali giocavano ingenti quantitativi di denaro contante (anche di provenienza, verosimilmente, illecita), i “master” percepivano una remunerazione per l’intermediazione svolta e i soci della società austriaca guadagnavano sul differenziale tra le scommesse vinte e quelle perse.
I proventi delle scommesse confluivano dapprima sui conti della società austriaca e poi nella disponibilità degli indagati attraverso versamenti di denaro, contante, bonifici con false causali e movimenti con carte prepagate, per poi essere oggetto di dolose manovre di occultamento. A riprova di ciò è stato intercettato un colloquio a Napoli, in un noto bar di Posillipo, nel quale gli indagati confidavano di aver occultato ingenti somme in denaro contante (variabili tra 90mila e 500mila euro) nel giardino di un’abitazione e tra le mura domestiche di parenti e amici. Dalle indagini è emerso, inoltre, che gli indagati stavano programmando il fallimento “pilotato” della società austriaca (e la connessa falsificazione del bilancio) a danno del ceto creditorio e dello Stato italiano. Su queste basi, lo scorso 10 ottobre, all’esito di perquisizioni eseguite in Italia e all’estero, sono state sequestrate le quote sociali della società austriaca, il relativo sito web e le disponibilità finanziarie e patrimoniali degli indagati, costituite da 14 immobili, per un ammontare complessivo di oltre 3,2 milioni di euro.
Tuttavia, all’interno di tali esercizi, l’organizzazione gestiva sia slot manomesse, sovente trasferite da un esercizio all’altro, sia slot legali periodicamente scollegate dalla rete di Adm, in modo da ammantare di legalità l’attività e ostacolare i controlli. A corroborare l’ipotesi investigativa, le perquisizioni eseguite nel corso delle indagini hanno consentito di sequestrare numerosi apparecchi e congegni da intrattenimento manomessi con relative schede di gioco, alcune postazioni elettroniche abusive di scommesse online e 150 mila in contanti. Su queste basi, tre indagati sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere, sette agli arresti domiciliari e uno all’obbligo di dimora nel comune di residenza.