L’aumento dei contagi da Covid-19 preoccupa, soprattutto il fronte scolastico. Sono infatti molti i dirigenti sindacali che chiedono con forza al Governo di fare un passo indietro e rimandare una possibile riapertura delle scuole al 18 gennaio. Non più il 7, dunque. A insistere è soprattutto Elvira Serafini, segretario del Sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola (Snals) che ha affermato, all’Ansa, che la riapertura prevista per la prima settimana di gennaio potrebbe essere troppo rischiosa e non sarebbe utile per analizzare, in maniera corretta, tutti i dati epidemiologici.
I sindacati del Lazio, presenti all’incontro insieme ai rappresentanti della Regione e dell’Ufficio scolastico regionale, sono uniti. Alle associazioni di categoria laziali, poi, si aggiunge anche la voce di Maddalena Gissi (Cisl Scuola), la quale evidenzia soprattutto la discrepanza tra la necessità di ritornare in classe e la realtà dei fatti, troppo frammentata e confusa per poter prendere una decisione definitiva. Preoccupa, inoltre, la possibile difficoltà dei mezzi di trasporto pubblico di poter far fronte agli studenti che seguiranno in presenza e i ritardi burocratici legati ai finanziamenti dei mesi scorsi. In questo quadro particolare, le decisioni potrebbero essere prese quasi a ridosso delle effettive riaperture: “La soluzione sarà estratta il giorno della Befana, come succedeva un tempo con la Lotteria Italia!”, ha affermato la stessa Gissi. Pino Turi, segretario della Uil scuola, ha voluto porre l’attenzione sul dialogo e il confronto, le uniche soluzioni possibili per uscire, quanto prima, dall’emergenza.

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