Come già successo in Lombardia e in Umbria, anche in Campania la caccia alle specie acquatiche non potrà aprire fino al 1° di ottobre, data fino alla quale non potranno essere cacciati neanche Fagiano e Quaglia. Dal 18 al 30 settembre saranno cacciabili soltanto colombaccio, tortora e merlo.
Il Tar ha accolto l’istanza presentata da varie associazioni ambientaliste, tra esse la Lipu BirdLife Italia e WWF Italia, difese dall’avv. Maurizio Balletta e ha sospeso l’apertura della stagione venatoria, che la Regione Campania aveva fissato al 18 settembre, per le specie Alzavola, Canapiglia, Codone, Folaga, Porciglione, Germano reale, Gallinella d’acqua, Marzaiola, Fischione, Mestolone, Beccaccino e Frullino e al 21 settembre per le specie Fagiano e Quaglia. Il Tar ha inoltre fissato l’udienza collegiale all’11 ottobre.
Stagione Venatoria
La delibera di giunta regionale aveva modificato il calendario venatorio. Ma non al fine di aumentare le misure a tutela della biodiversità (questa l’accusa delle associazioni ambientaliste) bensì per anticipare la caccia ad alcune specie di uccelli, così cedendo alle richieste delle associazioni venatorie che dopo avere pubblicato comunicati e trasmesso lettere ai vari organi regionali, erano giunte addirittura ad impugnare al TAR il calendario venatorio, salvo poi ritirare il ricorso a seguito della modifica adottata dalla Regione.
“Esprimiamo la nostra soddisfazione – dichiarano le associazioni ricorrenti, Wwf e Lipu – per questo importante risultato e biasimiamo l’atteggiamento tenuto dalla regione Campania che testimonia quanto la politica non sia in grado di resistere alle pressioni di certi ambienti, anche se queste si pongono in contrasto con i principi costituzionalmente protetti di tutela della biodiversità e dell’ambiente. Non possiamo che stigmatizzare il comportamento prepotente arrogante tenuto dalle associazioni venatorie che partendo dall’assunto secondo cui la fauna selvatica, che è patrimonio di tutti, sia un bene di esclusiva proprietà dei cacciatori, hanno dato vita a una campagna di pressione fortissima. Richiamiamo le istituzioni al ruolo che a loro compete che è quello di difendere e tutelare il patrimonio comune e non di utilizzarlo come merce di scambio elettorale”.
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