Stop alla cessione dei crediti futuri per facilitare lo smaltimento di quelli passati è questa la linea di demarcazione tracciata con il decreto approvato il 16 febbraio c.m. Ma qualcosa sembra profilarsi all’orizzonte dopo l’ultimo incontro a Palazzo Chigi tra il governo e l’associazione delle banche Abi, Cdp e Sace: l’Abi( in rappresentanza del sistema bancario); Cdp( braccio operativo economico e ruolo di controllo di Poste); Sace(ruolo di “garante” sui prestiti erogati per dare ossigeno alle imprese durante la fase dei lockdown).

Partendo dal decreto, emerge la ferma determinazione da parte del Governo a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Ciò nonostante viene ribadito a più riprese, l’impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente nel rispetto delle norme. Si legge in una nota di Palazzo Chigi «la permanenza dei bonus per l’edilizia nella forma delle consuete detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi». E’ quanto dettagliatamente emerge da un articolo de Il sole 24ore«Nessuna modifica al decreto ma pronti all’ascolto»

Ascoltate le esigenze dei diversi attori in campo le scelte guarderanno ai costi e alle eventuali decisioni di Eurostat sui conti pubblici e su come contabilizzare le spese relative al Superbonus e agli altri bonus immobiliari. La volontà del governo è quella di sciogliere il nodo dei crediti incagliati dei bonus immobiliari, coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Due proposte sul tavolo delle trattative su cui sembrerebbe aprirsi qualche spazio :la cartolarizzazione e le compensazioni tra crediti e debiti fiscali. La cartolarizzazione dei crediti è uno strumento di mercato è un meccanismo che prevede l’individuazione delle risorse incagliate e la costruzione di “pacchetti” di crediti da cedere poi sul mercato con società veicolo specializzate.
L’ipotesi F24 invece :in pratica le banche, che non possono più acquistare nuovi crediti perché hanno esaurito lo spazio di “smaltimento” fiscale nei prossimi anni, potrebbero scaricare i debiti compensandoli con gli importi dei pagamenti fiscali fatti dai clienti con i modelli F24 ai propri sportelli. Ovviamente questo avrebbe un costo immediato per lo Stato. L’ufficialità arriverà ad inizio marzo, ma se l’ammontare in gioco fino ad oggi si scarica sul deficit del 2021 e 2022, per l’anno in corso si potrebbe aprire uno spazio finanziario senza penalizzare altri interventi pubblici che pesano sul deficit. Dal 2023 l’ufficio di statistica europeo potrebbe infatti chiedere di contabilizzare gli importi direttamente sul debito pubblico.
