Tiziana Cantone nel 2016 aveva 31 anni e stando alla ricostruzione ufficiale è una vittima di revenge porn. Infatti, un video che la ritraeva durante un atto sessuale divenne virale, tanto da indurla al gesto estremo. Sua madre, Maria Teresa Giglio, ha sempre ricacciato questa ipotesi con forza, battendosi affinché venisse fatta più chiarezza in merito al tragico episodio. In effetti la Procura di Napoli Nord ha riaperto il caso con un fascicolo contro ignoti e l’ipotesi di reato di omicidio volontario. Per fare nuove valutazioni sul caso è stato chiamato il perito che si occupò della faccenda relativa all’omicidio di Meredith Kercher. Ebbene, dalle nuove analisi sarebbe emersa la presenza di due segni sul collo che potrebbero confermare il coinvolgimento di un’altra persona. La pista percorsa porta ad uno strangolamento con successiva simulazione, qualche minuto dopo, del suicidio per impiccagione.

Il professor Mario Cingolani, ordinario di Medicina Legale all’Università di Macerata, assoldato dalla Emme Team che assiste la mamma di Tiziana, ha prodotto e firmato una perizia di tre pagine. Il documento si concentra sulle foto scattate dalle forze dell’ordine al corpo della ragazza subito dopo il decesso. In base a quanto ipotizzato dal consulente, la vittima sarebbe stata strangolata con la pashmina rinvenuta sul luogo e acquisita agli atti, la quale conteneva tracce di DNA maschile. In un secondo momento, l’omicida avrebbe inscenato il suicidio attaccando la stessa pashmina alla panca per fare gli esercizi. Tra le ipotesi contenute nel nuovo fascicolo sulla morte di Tiziana Cantone si fa strada anche quella di una possibile colluttazione avuta dalla giovane napoletana prima della tragedia. Sul mento di Tiziana c’era una piccola ferita di due centimetri con margini netti, una cosa che non è passata inosservata. Le indagini continuano.
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