Da anni si discute del cambio dell’ora e del fatto che è destinato a scomparire, ma puntuale torna in primavera e autunno. Stavolta tocca all’ora legale. Alle due della notte di domenica 26 marzo le lancette degli orologi dovranno essere spostate un’ora in avanti, e non torneranno indietro fino al 29 ottobre. L’appuntamento con l’ora legale ci “ruberà” 60 minuti di sonno, ma in cambio ci regalerà un’ora in più di luce alla sera.
L’ora legale è stata reintrodotta in Italia nel 1966, dopo la pausa di venti anni dal 1920 al 1940, con l’obiettivo di risparmiare a livello energetico sull’illuminazione elettrica. In origine, nel 1916, l’introduzione era legata a una misura d’emergenza di guerra.
Come già anticipato, quella dell’ora solare e dell’ora legale è una questione aperta da anni: da tempo si parla di abolire il cambio dell’ora. A chiedere all’Unione Europea di rinunciare all’ora solare sono stati soprattutto i Paesi nordici, secondo cui spostare le lancette un’ora avanti prima dell’estate e un’ora indietro prima dell’inverno, causerebbe alcuni problemi allo stato psico fisico delle persone e alla salute. E da tempo infatti si sta ragionando a livello europeo sull’abolizione del passaggio dall’ora solare a quella legale.
Nel 2018 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che prevede l’abolizione dell’obbligo per i vari Paesi membri di passare da un’ora all’altra due volte all’anno, ma ha anche auspicato una decisione unitaria a livello europeo. Una consultazione online – svoltasi dal 4 luglio al 16 agosto 2018 con l’adesione record di 4,6 milioni di cittadini europei – aveva mostrato che l’85% degli intervistati è favorevole all’abolizione del cambio dell’ora semestrale. La decisione definitiva però non è mai più stata presa.