Gli agenti di polizia della squadra mobile di Napoli e del commissariato di Afragola hanno dato esecuzione, questa mattina, a sette ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le indagini preliminari di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di altrettanti indagati. Gli arrestati, sei dei quali sono stati condotti in carcere e uno sottoposto agli arresti domiciliari, sono ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di turbativa d’asta ed estorsione, nonché di detenzione e porto d’armi da fuoco clandestine, il tutto aggravato dal metodo mafioso. I vari arresti sono stati eseguiti nelle città dell’area nord di Napoli, più precisamente ad Arzano, Cardito, Afragola e Casoria.
Le indagini a carico degli indagati sono state compiute tra novembre e dicembre del 2020: gli indizi e le prove raccolte hanno permesso di delineare il tipo di reati condotti dal gruppo criminale, il quale sarebbe stato impegnato in diverse azioni di condizionamento volte a influenzare il corso di alcune aste giudiziarie riguardanti diversi immobili situati ad Afragola e a Casoria, territori storicamente controllati e gestiti dal clan Moccia. Nella fattispecie gli arrestati avrebbero compiuto diverse azioni intimidatorie al fine calare la loro influenza sull’esito di almeno tre aste giudiziarie garantendo così il controllo da parte della camorra locale sui beni immobili assegnati.

Nel corso della prima asta tenutasi il 25 novembre dello scorso anno presso uno studio notarile di Napoli e riguardante l’assegnazione di più lotti, gli estorsori avrebbero intimidito i partecipanti affinché desistessero dall’acquisto. Nel caso non avessero rinunciato alla compravendita dell’immobile, avrebbero dovuto versare una quota aggiuntiva per poter effettuare l’acquisizione. Uno degli aggiudicatari, assieme al delegato d’asta, non aveva ceduto alle pressioni del gruppo criminale e nei giorni successivi è stato vittima di minacce e di diverse azioni intimidatorie culminate con l’esplosione di cinque colpi d’arma da fuoco all’indirizzo del portone d’ingresso della sua abitazione. Nell’ambito della stessa asta un secondo concorrente avrebbe invece ceduto alle minacce versando una tangente da 20mila euro, al fine di ottenere l’aggiudicazione dell’immobile.
Successivamente, durante una seconda asta tenutasi il 2 dicembre in uno studio professionale di Aversa, i malviventi si sono adoperati affinché la procedura andasse deserta, così da permettere un abbassamento considerevole della base d’offerta all’atto dell’acquisto dell’immobile. La terza intimidazione si sarebbe consumata invece il giorno dopo, in data 3 dicembre: per l’occasione gli indagati avrebbero minacciato l’acquirente di un immobile oggetto di esecuzione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Alla luce del quadro di reati emersi per favorire economicamente i sodalizi camorristici egemoni nell’area nord di Napoli, gli agenti di polizia hanno così tratto in arresto sette membri del gruppo criminale; si tratta di A. L., F. L., P. D. A., M. G., R. F., C. L. e V. R.
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