Se pensavamo di aver passato il peggio durante il lockdown, sembra invece che le ripercussioni della pandemia stiano rivelandosi ora. La situazione è sicuramente aggravata anche dalla crisi alimentare provocata dalla guerra in Ucraina, che purtroppo non accenna a diminuire e continua a influire in maniera negativa sui prezzi nel carrello della spesa degli italiani. A inizio mese, l’ISTAT ha reso noti i dati relativi ai maggiori rialzi annui e le notizie non sono confortanti.
A rielaborare i dati è stata l’Unione Nazionale Consumatori, che segnala come l’inflazione dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche sia decollata passando dal +6,4% tendenziale di aprile al +7,5% di maggio, con una variazione mensile dell’1,3%.
Per essere più chiari, l’associazione ha elaborato i dati con esempi pratici: una famiglia composta da 4 persone subisce una stangata su base annua pari a 561,50 euro solo per mangiare e bere, mentre una coppia con 1 figlio scende di poco a 505 euro.
Ecco la Top 10 degli aumenti dei prodotti alimentari:
- Il record dei rincari spetta come sempre all’Olio di girasole, che ha subito un’impennata del 70,2% rispetto a maggio 2021, e che certo risente dell’effetto Ucraina e del blocco dell’import. – segna un balzo del 5,7% in appena un mese;
- Al secondo posto della top 10 il Burro che svetta del 23,3%. Mentre è al primo posto per i rialzi alimentari mensili con un bel +6,7%:
- Sul gradino più basso del podio la Pere che salgono del 22,9% in un anno;
- Al quarto posto i Pomodori (+20,6%);
- Il cibo simbolo dell’Italia, la Pasta (fresca e secca) che lievita del 20,5%.
- Seguono la Farina (+18,7%),
- Il Pollame, che costa il 13,8% in più su base annua,
- la Margarina (+12,8%),
- Frutta come i meloni e i cocomeri (+12,6%).
- Chiudono la top ten le Uova (+12,3%).
Nella top 20, si segnalano i vegetali (+11%), i gelati (+11%), il pane confezionato (+10%), e quello fresco (+9,4%).
In compenso – prosegue Unione Naz. Consumatori – alcune buone notizie. Nessuna speculazione sul caffè, che segna un aumento del 2%, la metà rispetto alla media dei prodotti alimentari. Bene anche il latte fresco intero (+1,1%).