Un blitz delle forze dell’ordine ha decapitato il clan Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca. Arresti di Carabinieri e Guardia di Finanza. Sequestrate diverse società. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e di Castello di Cisterna ed i Finanziari del Gruppo di Giugliano in Campania, con il contributo delle rispettive componenti aeree, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta dei Magistrati della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 persone (di cui 3 già detenute). Inchiesta condotta dai PM Rossi e Sepe.
Contestualmente all’operazione la GdF di Napoli ha sequestrato undici società operanti nei settori dei carburanti e degli alimenti per un volume d’affari annuale stimato in circa 16 milioni di euro. Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, violazioni alla normativa sulle armi e sugli stupefacenti e tentato omicidio (tutti aggravati dalle finalità di agevolazione del clan).
“Sono io, davvero, sono andato in Sardegna per una vacanza, una volta, mi è costata 80-90 mila euro però, quell’ anno, io ho guadagnato un milione e mezzo“. Una conversazione intercettata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli durante le indagini, rende plasticamente il volume d’affari annuo di Francesco Ferrara, capo del clan Ferrara-Cacciapuoti, sgominato oggi dai carabinieri: Ferrara fa riferimento a una vacanza risalente al 2010. “Solo di albergo io pagai ventiduemila euro, solo per dormire“, dice ancora il boss Ferrara che poi aggiunge: “non ho fatto niente in confronto a quello che mi sono guadagnato, perciò adesso mi sono scocciato“.
Le indagini hanno poi consentito di:
- documentare, in Villaricca (NA), la perdurante operatività del clan Ferrara – Cacciapuoti, storicamente rientrante (con quello Nuvoletta di Marano di Napoli e dei Casalesi) nel cartello camorristico denominato Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese dell’associazione di tipo mafiosa denominata Cosa Nostra e militarmente contrapposto a quello denominato Nuova Camorra Organizzata (capeggiata dal defunto Cutolo Raffele);
- ricostruire la struttura del clan, stabilmente articolato in due distinti gruppi, l’uno facente capo alla famiglia Ferrara e l’altro a quella Cacciapuoti, identificandone vertici – tutti raggiunti dal provvedimento restrittivo – e parte degli affiliati (l’organico del clan, per come è emerso delle indagini, si attesta su 50 unità, alle quali in caso di detenzione spetterebbe “stipendio” e copertura delle spese legali);
- individuare in quella dei Ferrara la frangia a vocazione spiccatamente imprenditoriale (in particolare, nel settore dell’edilizia, della ristorazione, degli idrocarburi e della commercializzazione di generi alimentari);
- confermare lo stabile interesse della criminalità organizzata verso il settore degli idorcarburi;
- accertare che il clan – che comunque trae parte delle proprie risorse dal traffico di stupefacenti – ha inteso preservare il territorio da attività ed attenzioni delle FF.PP. attraverso l’imposizione di un divieto di spaccio a Villaricca;
- acclarare 9 ipotesi estorsive, in prevalenza a danno di imprenditori operanti nel settore dell’edilizia, di titolari di palestre e di sale giochi (in quest’ultimo caso, il titolare era tenuto a corrispondere € 70 per ciascun apparato presente in sala), tenuti a versare somme per importi variabili (all’incirca da 1.500 a 5.000 euro al mese) e destinate ad alimentare la cassa comune;
- riscontrare il coinvolgimento dei vertici del clan nella latitanza del noto Contini Eduardo, capo dell’omonimo clan che, unitamente a quelli denominati Licciardi e Mallardo, rientra nel cartello camorristico denominato Alleanza di Secondigliano e si contrappone a quello dei Mazzarella;
- acquisire elementi in ordine al tentato omicidio commesso da esponente del gruppo Mauriello, articolazione legata ai Ferrara, in danno di esponente dei Cacciapuoti.
Contestualmente sarà data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso in via d’urgenza, avente ad oggetto società operanti nel settore immobiliare, edile, degli idrocarburi, della caffetteria e della ristorazione nonché della vendita di generi alimentari, emesso nei confronti degli esponenti di vertice della frangia Ferrara, perché costituite reimpiegando gli ingenti proventi delle attività del sodalizio mafioso.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.