L’ennesima aggressione ai danni di un operatore medico-sanitario si è consumata durante la notte appena trascorsa all’ospedale “Antonio Cardarelli” di Napoli. Un’infermiera è stata infatti aggredita e picchiata da quattro persone mentre prestava servizio presso il triage del pronto soccorso del nosocomio partenopeo. Stando alle denunce e alle testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine, l’operatrice sanitaria sarebbe stata circondata dai parenti di una giovane paziente ricoverata. Tra lei e i genitori della ragazza era nato già un diverbio nei giorni scorsi, questa volta però la discussione è subito degenerata e in quattro l’hanno presa di mira, prima offendendola e minacciandola verbalmente, poi aggredendola fisicamente con calci e pugni.
Nel parapiglia generale avvenuto in corsia, sono intervenuti anche i medici e i colleghi dell’infermiera, nel tentativo di sedare gli animi e sottrarla alle violenze, ma c’è stato poco da fare: la donna è stata letteralmente trascinata per i capelli dai suoi aggressori, i quali avrebbero perfino tentato di cavarle un occhio. Sul luogo dell’aggressione sono così intervenute le forze dell’ordine, che sono riuscite a riportare la calma nel reparto: i due genitori della paziente sono stati bloccati dai carabinieri e nei prossimi giorni scatteranno le denunce per violenza e aggressione. Sono in corso di identificazione anche gli altri due parenti della ragazza che hanno preso parte al parapiglia, scagliandosi anche loro contro la vittima. All’infermiera, invece, i medici dell’ospedale hanno dato una decina di giorni di prognosi.

Sulle violenze di stanotte a Napoli è intervenuta l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, che in una nota pubblicata sulla propria pagina Facebook, assieme alla Federazione nazionale infermieri, ha denunciato le continue violenze e vessazioni perpetrate ai danni di medici e infermieri negli ospedali di tutta Italia, evidenziando la scarsa attenzione verso la loro sicurezza e la loro incolumità durante lo svolgimento della professione nelle corsie ospedaliere. Secondo i dati raccolti dall’organizzazione, dall’inizio dell’anno si tratterebbe infatti della cinquantaduesima aggressione consumatasi ai danni del personale sanitario. Una situazione che non può essere più tollerata, specie da chi è impegnato in prima fila per combattere la pandemia e superare l’emergenza sanitaria.
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