Si tratta di un orologio configurato perché la vittima possa lanciare allarmi in caso di aggressioni. Si attiva automaticamente, essendo collegato direttamente alla centrale operativa dei carabinieri, consente di localizzare la vittima e intervenire immediatamente.
Il progetto pilota “Mobile Angel”, annunciato questa mattina in una conferenza stampa, rappresenta un esempio di sinergia tra pubblico e privato visto che vede coinvolti i carabinieri di Napoli, coordinati dal generale Enrico Scandone, comandante provinciale, la Procura (con il Procuratore Aggiunto della Repubblica Dott. Raffaello Falcone, coordinatore sezione “Fasce deboli”), la Fondazione Vodafone (Fabio Ortolani) e l’associazione Soroptmist International Italia, presieduta da Giovanna Guercio.

Il dispositivo è “semplice ed efficace”: il kit è composto da uno smartwatch connesso a un cellulare collegato alla rete Vodafone dal quale si può inviare, con la duplice pressione di un tasto, un sos alla centrale operativa dei carabinieri. Ricevuta la segnalazione la centrale geolocalizza il dispositivo e invia una pattuglia sul posto. Nel frattempo si attivano registrazioni video e audio. L’sos parte autonomamente se lo smartwatch rileva particolari livelli di stress, battito cardiaco accelerato oppure movimenti riconducibili a percosse, strattonamenti e cadute.
Il sistema, ha spiegato il generale Scandone, “è frutto del grande sforzo che quotidianamente i carabinieri compiono per venire incontro alle esigenze delle vittime. Abbiamo personale addestrato, ambienti accoglienti, meno freddi di un ufficio giudiziario o di una caserma, per mettere coloro che vogliono denunciare in condizione di poter esporre i loro casi”. La magistratura – ha detto infine il procuratore aggiunto Raffaello Falcone – ha iscritto a ruolo ben 4200 procedimenti in meno di un anno aventi oggetto maltrattamenti, stalking, lesioni aggravate e femminicidi. Inoltre nello stesso periodo ha emesso 176 arresti“.
Il progetto, dopo una sperimentazione a Napoli, verrà esteso alle città di Milano e Torino e coinvolgerà 45 donne, già vittime di episodi di violenza o stalking, che, dopo aver prestato il proprio consenso, riceveranno il dispositivo collegato a una linea dedicata della Centrale Operativa dell’Arma dei Carabinieri. I dispositivi sono inoltre dotati di un sistema di localizzazione che permette alle forze di polizia più vicine di intervenire, una volta ricevuto l’allarme.
