Prosegue l’epopea dei lavoratori della Whirlpool di Napoli che, dal 31 ottobre scorso, hanno subito la decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento di via Argine, lasciando oltre 340 operai in cassa integrazione. Oggi l’annuncio, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, è stato fatto dai vertici della multinazionale nel corso dell’incontro on line convocato dal Mise e al quale stanno partecipando azienda e sindacati. L’amministratore delegato per l’Italia Luigi La Morgia ha confermato l’avvio della procedura del licenziamento collettivo di tutti i 340 lavoratori partenopei, affermando: “Siamo consapevoli della nostra scelta, siamo il più grande investitore e produttore di elettrodomestici in Italia“.

L’ennesima doccia gelata dunque per i lavoratori della Whirlpool, i quali si sono mobilitati negli ultimi mesi nonostante l’epidemia di Covid-19 per rivendicare il loro sacrosanto diritto ad avere un posto di lavoro. Ad uscirne sconfitto, però, è anche e soprattutto il Governo, che nonostante i proclami e le promesse fatte ai lavoratori, è costretto a fare marcia indietro e ad accettare le decisioni prese dalla multinazionale americana che ha valutato lo stabilimento partenopeo “poco produttivo” oltre che al di fuori dei piani di investimento aziendali, e ciò nonostante abbia ricevuto fondi statali per ben 16,9 milioni di euro grazie al decreto “Salva Ilva”.