Dopo le polemiche sui pestaggi nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere, crescono gli episodi di odio contro il corpo della polizia penitenziaria. Erano già apparsi a Roma e a Cagliari striscioni denigratori, questa volta è accaduto a Pozzuoli con la scritta “Polizia Penitenziaria = Mafia. Il carcere è tortura, Aboliamolo!“. Lo striscione, dopo essere stato affisso sulle impalcature allestite all’esterno dell’entrata principale del carcere femminile flegreo, è stato rimosso. Agli agenti della penitenziaria il provveditore reggente Carmelo Cantone (che ha sostituito Antonio Fullone, l’ex provveditore delle carceri della Campania destinatario di una misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta sui fatti del carcere di Santa Maria Capua Vetere) ha consigliato di recarsi in servizio non indossando la divisa, ma in abiti civili.
Intanto il segretario generale del S.PP. (il Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo ha chiesto la rimozione del Garante campano per i Detenuti Samuele Ciambriello dopo le affermazioni di quest’ultimo riguardo video raccapriccianti in possesso esclusivo dei PM che indagano sugli eventi in questione.
Nel contempo, allo scopo di avviare un’indagine amministrativa che faccia luce su cosa non ha funzionato nella catena di comando in quel giorno maledetto in cui si verificarono le violenze, sono arrivati gli ispettori inviati dal Ministero di Grazia e Giustizia al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Il Guardasigilli Cartabia ha richiesto “una verifica a più ampio raggio, in sinergia con il Capo del Dap, con il Garante nazionale delle persone private della libertà e con tutte le articolazioni istituzionali, specie dopo quest’ultimo difficilissimo anno, vissuto negli istituti penitenziari con un altissimo livello di tensione”. Ascoltando i protagonisti di questa vicenda, bisognerà appurare come mai i detenuti che hanno denunciato i pestaggi e gli agenti da questi denunciati siano rimasti per più di un anno faccia a faccia nello stesso reparto dove sono avvenute le violenze.
Sul fronte delle indagini, prosegue il lavoro dei magistrati ma arriva anche la scarcerazione decisa dal Giudice per le Indagini Preliminari Sergio Enea, dopo l’interrogatorio di garanzia, per l’agente Angelo Bruno, 55 anni di Capua. L’uomo era stato riformato (a causa di una patologia agli arti) nel marzo 2021 dal corpo della Polizia Penitenziaria e per questo nei suoi confronti sono venute meno le esigenze cautelari, cioè il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove.