di Vito Faenza*
di Vito Faenza*
Avevo deciso di non scrivere nulla sull’amministrazione comunale di Aversa e sulla politica locale, almeno fino a quando mia moglie resta assessore. Nonostante tante insistenze per farmi riprendere la mia rubrica e farmi tornare a scrivere di cose locali ho mantenuto fino a oggi questo impegno preso nel luglio dello scorso anno. Oggi, però, devo interrompere il mio lungo silenzio stampa per parlare delle misure messe in atto dall’amministrazione comunale nell’attuale periodo di epidemia da Coronavirus e, in particolare, di quello che stanno facendo la giunta e il sindaco Alfonso Golia.
Lo so, mi direte che ho una fonte privilegiata, ma non vi parlerò delle misure adottate dall’Assessorato alla Cultura di Aversa, bensì di un’iniziativa dell’assessore alle Politiche sociali Ciro Tarantino, che tiene conto delle condizioni delle persone portatrici di handicap. Prima in Italia (forse in Europa), dunque, l’amministrazione comunale di Aversa ha varato un piano che prevede, specie per i soggetti autistici, la possibilità di allentare la morsa della quarantena. Come certamente saprete, infatti, i portatori dell’handicap autistico sono legati a una scansione delle loro giornate fatta di scadenze ben precise e, qualora questo ritmo non fosse seguito, alcuni di loro potrebbero anche diventare violenti, molte volte autolesionisti.
Dunque, è stato studiato un sistema di misure dall’assessore Tarantino per intervenire sugli attuali ritmi – modificati come i nostri – delle giornate di queste persone, più deboli dei deboli, per dare loro un’alternativa che li ripari comunque dal virus e li preservi dai contagi, ma al tempo stesso gli consenta di avere stimoli nuovi e arricchire la propria quotidianità. Mi sono commosso per quanto mi è stato detto, perché nella mia lunga esperienza di giornalista (quarantaquattro anni la scorsa settimana) mi è capitato di interessarmi di alcune famiglie di ragazzi autistici. In un caso arrivai, assieme alla polizia, in una casa dove un uomo di trent’anni era rimasto accanto alla madre, morta di infarto da alcuni giorni. Quando gli assistenti cercarono di portarlo via, si lanciò contro il muro e cominciò a sbattere la testa ripetutamente. Fu soltanto una giovane psichiatra, che gli parlò a lungo e con dolcezza e riuscì così a calmarlo e poi ad accompagnarlo presso una casa famiglia.
Questa è una tra le tante misure concrete realizzate dalla giunta Golia delle quali, però, la stampa, la carta stampata, stranamente non si accorge. Come ha scritto un mio caro amico, ex direttore del quotidiano la Nazione, il giornalismo deve reinventarsi, le polemiche politiche, tirate per i denti, non sono di questa stagione del Covid-19. Come i titoli a effetto. Quello che occorre scrivere sono storie, non sterili polemiche dettate dalle tendenze politiche individuali, che hanno poco a che fare con l’informazione.
Per questo motivo chiudo l’intervento parlando della storia di un giovane, un ragazzo per me, che da primo cittadino si sacrifica e sacrifica anche la famiglia. Esce di casa quando moglie e figlia dormono e ritorna a tarda sera, quando la figlia di nove mesi si è riaddormentata. Lo attende sua moglie, che soltanto allora può scambiare qualche parola con lui. La storia di questo giovane che crede nel rinnovamento della sua e della nostra città mi commuove ogni giorno, quando gira per le strade invitando tutti a rimanere a casa, quando parla con dolore del concittadino deceduto e con gioia di quello che è guarito.
Ma di tutto ciò si parla poco. Forse, invece, si dovrebbe farlo e non soltanto quando un “maleducato” lo aggredisce semplicemente perché invitato a tenere le distanze minime stabilite dalla legge. Così come, a mio avviso, si dovrebbe parlare delle tante iniziative messe in piedi dall’amministrazione comunale di Aversa. Lo so, fare i giornalisti in questo periodo è difficile, ma bisognerebbe provarci. E soltanto qualcuno, purtroppo, lo fa.
Scusate il disturbo per questo mio scritto e date un segno di fiducia al nostro giovane sindaco, che si sta sacrificando tanto per il bene di questa città. Meditate aversani, meditate.
*Giornalista
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