Da carcere dove sono iniziate le rivolte del mese scorso, che si sono poi sviluppate nelle altre strutture di reclusione della Penisola, a luogo dove i detenuti produrranno mascherine per gli agenti di polizia penitenziaria e della protezione civile. I detenuti del carcere salernitano di Fuorni sono pronti a dare il loro contributo alla lotta al Covid-19 e lo faranno insieme con quelli collocati negli istituti penitenziari di Milano Bollate e Rebibbia. A renderlo noto è l’Uispp, l’Unione sindacati di polizia penitenziaria, che in una nota conferma il coinvolgimento dei tre istituti nella produzione di mascherine. Le carceri di Salerno Fuorni, Rebibbia e Milano Bollate, secondo quanto rende noto il sindacato, sono stati selezionate dall’amministrazione penitenziaria insieme con la protezione civile.
Proprio dal carcere di Salerno Fuorni iniziò l’ondata di rivolte che si è estesa in tutta Italia il mese scorso, con tumulti che causarono ingenti devastazioni, evasioni, feriti e anche morti. A Fuorni la rivolta dei detenuti scoppiò dopo l’annuncio della sospensione dei colloqui per l’allerta Coronavirus. Circa 200 reclusi distrussero un piano dell’istituto, per poi salire sul tetto fino a tarda sera. Il carcere di Fuorni può ospitare un massimo di 366 detenuti, ma le persone rinchiuse sono oltre 500, 44 donne e 442 uomini.