Addio a Ennio Morricone, il grande maestro che amava la canzone napoletana
Tre anni fa, alla Reggia di Caserta, il suo ultimo concerto in Campania. Messaggi di cordoglio da parte del mondo delle istituzioni e dai big del cinema e della musica
Si è spento questa notte, nella clinica romana nella quale era stato ricoverato in seguito a una caduta e alla conseguente rottura del femore, il maestro Ennio Morricone. Il musicista e compositore, nato a Roma nel 1928, ha dato il suo addio ai familiari, agli amici e a tutti i suoi fan a 91 anni. A darne notizia l’amico, nonché legale di famiglia, Giorgio Assumma. I funerali del compositore romano si terranno in forma privata, nel pieno rispetto della sua volontà di persona storicamente umile e riservata. Messaggi di cordoglio sono arrivati stamattina da parte del mondo delle istituzioni, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nonché da parte dei più grandi artisti internazionali del mondo della musica e del cinema.
Hanno manifestato il proprio dolore anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che hanno ricordato il saldo legame affettivo tra Morricone e la regione, “terra che lui amava tantissimo – ha sottolineato De Luca – e che lo ricorderà in eterno“. Nel corso dei decenni, non per caso, il grande musicista ha spesso lavorato alle musiche di progetti cinematografici e televisivi di ambientazione campana, fino alle recenti collaborazioni con Massimo Ranieri per le versioni televisive di autentici classici teatrali di Eduardo De Filippo come Filumena Marturano, Napoli milionaria!, Questi fantasmi, Sabato, domenica e lunedì. E in molte sue interviste non ha mai nascosto l’amore sincero per la grande tradizione musicale partenopea.
Soprannominato da giovane “il pistolero”, nome che avrebbe segnato gran parte della sua carriera artistica e musicale, Morricone si diplomò come trombettista e direttore di banda presso il conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Fin dagli anni giovanili si mise in mostra negli ambienti musicali romani per il grande talento e la versatilità, approdando in pochissimo tempo al mondo del cinema, dove esordì nel 1961 con Il federale di Luciano Salce. Da qui, ebbe inizio la sua lunghissima carriera nel comporre musiche e arrangiamenti per le più importanti opere cinematografiche internazionali, ma anche per molti successi della musica leggera italiana come Sapore di mare di Gino Paoli, Il mondo di Jimmy Fontana e Se telefonando di Mina.
Gran parte della sua sua vita e della sua carriera artistica sono state dedicate alla composizione della musica cinematografica con oltre 500 opere per film e serie televisive che lo hanno consacrato nell’olimpo della musica mondiale. A partire dagli anni Sessanta, iniziarono le collaborazioni per la realizzazione delle colonne sonore degli spaghetti western dell’amico romano Sergio Leone: le due figure artistiche si influenzarono a vicenda, rappresentando un punto di riferimento solidissimo per il mondo della musica e della cinematografia successive. I primi lavori compositivi lo videro impegnato al fianco dei grandi registi del cinema italiano: nel 1965 accompagnò le vicende dei protagonisti de I pugni in tasca di Marco Bellocchio, l’anno successivo i suoi componimenti d’orchestra fecero da cornice agli scontri ne La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo; nello stesso anno firmò anche la colonna sonora di Uccellacci e uccellini di PierPaolo Pasolini. Tra il 1964 e il 1966 fu la volta della celeberrima “Trilogia del dollaro”, con i suoi componimenti che accompagnarono le pistolettate di un giovane Clint Eastwood, protagonista “senza nome” in Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo. Il 1968 rinsaldò ancora di più il fortunato sodalizio tra Morricone e Sergio Leone, con la realizzazione di C’era una volta il west, film che inaugurò anche il ciclo della “Trilogia del tempo”.
Gli anni Settanta e Ottanta furono caratterizzati da lavori e collaborazioni con il panorama cinematografico internazionale. Morricone, infatti, si trasferì a Hollywood dove iniziò a lavorare con i più grandi registi americani, tra questi John Carpenter, Brian De Palma, Mike Nichols, Oliver Stone e Quentin Tarantino. La prima nomination agli Oscar per la migliore colonna sonora arrivò nel 1978 con I giorni del cielo di Terrence Malick. Nel 1984 le musiche del compositore romano accompagnarono, invece, l’amore impossibile tra Noodles e Deborah, nel capolavoro leoniano C’era una volta in America. Altre candidature da parte dell’Academyarrivarono, poi, nel 1987 per Mission di Roland Joffé e nel 1989 con Gli intoccabili di Brian De Palma. Dopo le ulteriori nomination ricevute negli anni Novanta e Duemila per le colonne sonore composte per Bugsy di Barry Levinson e Malèna di Giuseppe Tornatore, finalmente, nel 2007, all’età di 79 anni, arrivò un sacrosanto premio Oscar alla carriera, quale riconoscimento del suo immenso contributo artistico e musicale donato al mondo del cinema. Il 2016, infine, è stato l’anno del secondo premio Oscar, questa volta per il film The Hateful Eight del regista Quentin Tarantino.
Ennio Morricone non ha mai smesso di scrivere e comporre musica fin quando è rimasto in vita, a dimostrazione della sua grande dedizione e vitalità artistica. La sua carriera, durata mezzo secolo, ha segnato il cinema e la musica fin dagli anni Sessanta ed è stata contrassegnata da tantissimi premi e riconoscimenti raccolti lungo tutto il suo percorso artistico e musicale: tra questi ricordiamo, oltre alle due statuette d’oro già menzionate, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’Argento, due European Film Awards e un Leone d’Oro alla carriera.
Tra le più recenti esibizioni dal vivo del maestro, che negli ultimi anni era accompagnato dall’Orchestra Sinfonietta di Roma, vanno certamente ricordati due autentici eventi tenutisi in Campania: il primo è, senza dubbio, il memorabile concerto di musica sinfonica che nel 2007 si tenne all’Arena Flegrea di Napoli come coronamento della sua eccezionale carriera; il secondo, più recente, è il concerto di tre anni fa nella suggestiva cornice dei giardini reali della Reggia di Caserta, in occasione del quale pubblico e spettatori non poterono che rimanere a bocca aperta di fronte alla maestosità e alla solennità dei componimenti del maestro.
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