Due le ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari a seguito di una indagine condotta dalla Polizia e coordinata dalla Procura di Napoli. Nei guai anche cinque militari della Guardia di Finanza: gli agenti delle Fiamme Gialle sono indagati perché avrebbero aiutato i due doganieri a depistare le indagini.
Sottraevano soldi a turisti, in arrivo o in partenza dall’aeroporto di Capodichino a Napoli. Inscenavano finti controlli e finte sanzioni, o semplicemente “allungando” le mani sul denaro o gli effetti personali dei malcapitati. E spesso chiedevano denaro per poter chiudere un occhio sulle somme in contanti che erano state portate in Italia dai viaggiatori stranieri, sostenendo – con uno stratagemma – che erano oltre il limite consentito.
A una turista americana in transito nello scalo partenopeo, ad esempio, sono stati sottratti 3mila dollari, che uno dei doganieri ha sfilato direttamente dal contenitore del passaporto della donna. Tra le vittime, anche personaggi eccellenti come Tom Gores, imprenditore miliardario americano, proprietario della squadra Nba dei Detroit Pistons. A capo di questo sistema due doganieri, Claudio Lavino di 57 anni e Maurizio La Marra di 59 anni, che sono stati arrestati e ora ai domiciliari. Sono accusati, rispettivamente, di ricettazione e concussione. Le indagini vedono coinvolti anche altri quattro dipendenti delle Dogane, accusati di favoreggiamento, per i quali è stata emessa una misura interdittiva dall’incarico.
Nel mirino degli inquirenti anche cinque finanzieri: questi indagati per aver informato i doganieri delle indagini che erano state avviate. Ma comunque, sono state proprio alcune intercettazioni a spianare la strada alle indagini. Come la conversazione tra un dipendente delle Dogane dell’aeroporto di Capodichino e la sua fidanzata. Dialogo nel quale il doganiere affermava: “In questo ufficio ci vogliono stare tutti perché c’è la marmellata“.