La Corte Costituzionale ha deciso che sono costituzionalmente illegittime le norme che impongono di dare automaticamente ai figli il cognome del padre, in una decisione probabilmente storica le cui conseguenze concrete andranno chiarite a questo punto con le interpretazioni dei giuristi e con la loro traduzione in una nuova prassi burocratica, in attesa che la Corte depositi le motivazioni.
Dunque, Il cognome del papà ai figli non è più automatico. Da oggi la nuova regola diventa che il figlio assuma il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico.
Dopo decenni di battaglie delle donne e di inutili sollecitazioni al legislatore, la Corte costituzionale con una sentenza supera quello che ormai appariva come un retaggio patriarcale e allinea finalmente l’Italia agli altri Paesi europei.
Questi cambiamenti riguarderanno i figli nati nel matrimonio, fuori e anche a quelli adottati. Tra le altre cose, bisognerà decidere come procedere se uno dei due genitori ha già il doppio cognome. Al momento, chi si trova in questa situazione può trasmetterne solo uno, a scelta: prassi che dovrebbe essere confermata, secondo quanto ha riferito al Messaggero l’avvocato Marco Meliti, presidente dell’Associazione Italiana di Diritto e Psicologia della Famiglia. In questo modo, ha spiegato, si scongiurerebbe “un’ulteriore crescita esponenziale dei cognomi nei rapporti futuri di filiazione”.
La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha detto che grazie a questa sentenza, è stato fatto “un altro passo in avanti verso l’effettiva uguaglianza di genere nell’ambito della famiglia“. Parole simili sono state espresse anche dalla ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti che in un’intervista all’Ansa ha parlato di urgenza e ha affermato che “in Commissione in Senato c’è già incardinato un provvedimento e c’è una sensibilità trasversale tra le diverse forze politiche“.