Stasera, a partire dalle ore 19,45, il cinema Duel Village di Caserta ospita un appuntamento speciale dedicato ai sessant’anni di un capolavoro della storia del cinema come Psycho di Alfred Hitchcock (ma anche al quarantesimo anniversario della morte del regista, avvenuta il 29 aprile 1980).
Organizzata dalla meritoria associazione di appassionati cinéphile Caserta Film Lab, la serata prevede la proiezione della versione restaurata dell’indimenticabile thriller-horror del 1960 interpretato da Janet Leigh e Anthony Perkins. Ma prima gli appassionati avranno pane per i loro denti grazie alla presenza in sala di Guido Vitiello, docente di Teorie del cinema e dell’audiovisivo all’Università di Roma La Sapienza, che presenterà il suo libro recente sull’argomento, intitolato Una visita al Bates Motel e pubblicato qualche mese fa da Adelphi.
Nel suo saggio, Vitiello accompagna il lettore davvero in una sorta di visita guidata nelle iconiche location del film di Hitchcock, proponendo inedite chiavi di lettura attraverso un esame approfondito di quadri, riproduzioni, oggetti e suppellettili che il regista volle in scena nel motel e nella tetra villa sulla collina residenza di Norman Bates e della sua adorabile “mammina”. A partire da una serie di indizi, disseminati lungo il film e nei luoghi delle riprese, Vitiello propone un’indagine colta e suggestiva, muovendosi tra psiconalisi, esoterismo, mitologia, studio dello sguardo e del senso ultimo dell’immagine cinematografica.
Si legge sulla quarta di copertina dell’interessante volume: “Questa indagine nasce da una serie di indizi curiosi: un refuso rivelatore – Psyche invece di Psycho – nel primo trafiletto che annunciava il nuovo progetto di Hitchcock. Una statuetta di Amore e Psiche di Canova che s’intravede in una scena del film. Una sibillina dichiarazione del regista, che presentò Psycho alla stampa come un’escursione nel sesso metafisico. Continua con un’ispezione dei luoghi del delitto ormai disabitati: il Bates Motel e la casa arcigna in cima alla collina, che Hitchcock volle allestire come gallerie d’arte o wunderkammern. E diventa una visita guidata che si svolge, con i brividi di prammatica, fra il bric-à-brac degli arredi cupi, e sotto l’occhio impassibile di uccelli impagliati. Una stanza dopo l’altra, il detective Vitiello – e dietro di lui, lo spirito di un Hitchcock mistagogo e sornione – ci aiutano a vedere la spettrale dimora vittoriana di Psycho come un musée imaginaire dell’erotica misterica, per le cui stanze si inseguono tre cicli mitologici infernali: Amore e Psiche, Orfeo ed Euridice, Demetra e Persefone. È una scoperta sorprendente e a suo modo sinistra, alla quale tutto sommato vorremmo sottrarci. Ma forse è troppo tardi: come avremmo dovuto sapere prima ancora di aprire il libro, infatti, dal regno infero di Norman Bates non si esce con la stessa facililità con cui si entra“.
Con l’autore, discuteranno del libro e del film l’avvocato umanista Gennaro Iannotti e Tiziana Ciccarelli, presidente di Caserta Film Lab, prima di lasciare spazio al potere senza tempo delle immagini di Psycho.
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