In un periodo di obbligata permanenza tra le mura domestiche, con lo spettro di un’emergenza internazionale che fa sentire la sua voce attraverso i massi media, diventa fondamentale alternare un’informazione attenta e puntuale con momenti di controllata disconnessione mentale dal mondo esterno, riscoprendo piaceri ai quali in tempi normali riserviamo troppo poco tempo, come la lettura di un libro o l’ascolto di un disco. Ecco dunque una selezione di proposte musicali adatte a ogni palato, una playlist di quaranta album del presente e del passato da scoprire o riscoprire, suddivisi in quattro puntate a cadenza settimanale.
1. Pet Sounds – Beach Boys, 1966
Pietra miliare della storia della musica, è il frutto del genio tormentato di Brian Wilson, che realizza un album piacevole e fruibile dai più ma musicalmente coerente e strutturato: un matrimonio difficilissimo ma assolutamente riuscito. In virtù di queste caratteristiche e per la quantità di strumenti e sperimentazioni sonore presenti, molti definiranno Pet Sounds un’opera progressive pop. Un capolavoro coinvolgente, mai banale e pieno di energia positiva.
2. Mud slide slim and the blue horizon – James Taylor, 1971
Nei lunghi pomeriggi da trascorrere a casa, esistono pochi piaceri paragonabili a una tazza di tè o di tisana accompagnata dalle delicate melodie di James Taylor. A quest’album, il terzo della sua carriera, collaborano tra gli altri Joni Mitchell e Carole King, quest’ultima autrice del fortunato brano You’ve got a friend.
3. Goodbye yellow brick road – Elton John, 1973
Imponente opera su due dischi, questo album è da molti considerato l’apice creativo e musicale di sir Elton John, che oltre a hit indimenticabili come la Candle in the Wind o Bennie and the Jetts, regala nella title track una tra le sue composizioni più belle.
4. Rock Bottom – Robert Wyatt, 1974
Capolavoro solista del fondatore dei Soft Machine, Rock Bottom fu concepito durante un lungo periodo di degenza in ospedale, conseguenza di un serio incidente avvenuto nel 1973 che costrinse Wyatt sulla sedia a rotelle. Dall’esperienza venne fuori un album introspettivo e profondo, capace di catturare l’ascoltare fin dallo splendido brano d’apertura, Sea Song.
5. Anima latina – Lucio Battisti, 1974
Album non molto conosciuto dal grande pubblico ma osannato dagli addetti ai lavori, Anima Latina è l’apice della sperimentazione sonora e musicale di Lucio Battisti, un ascolto avvolgente che rivela tutta il genio di uno tra i massimi artisti italiani.
6. Eye in the sky – Alan Parsons Project, 1982
Alan Parsons è una di quelle figure che hanno contribuito a plasmare la storia della musica contemporanea: come ingegnere del suono e assistente tecnico ha seguito le registrazioni di Pink Floyd e Beatles. Con Eye in the sky, gli Alan Parsons Project confezionano un lavoro innovativo, con “chicche” come per esempio la prima canzone interamente suonata da un computer, Mammagamma, e al contempo apprezzato dal grande pubblico.
7. Dangerous – Michael Jackson, 1991
Arrivato dopo due dischi ascesi all’Olimpo musicale come Thriller e Bad, Dangerous è il primo lavoro di Michael Jackson senza il suo storico produttore Quincy Jones e proietta musicalmente l’artista in una nuova fase della sua carriera. Singolo apripista è la celebre Black or White.
8. On an island – David Gilmour, 2006
Dopo ventidue anni dal precedente About Face, il chitarrista dei Pink Floyd regala ai fan un disco musicalmente ispirato che è lungo viaggio tra paesaggi della mente e introspezione, un’isola di serenità e ricordi su cui l’ascoltatore viene trasportato tra tappeti di tastiere, assoli di chitarra e melodie sognanti. Da segnalare la presenza, oltre che del compagno di band Richard Wright alle tastiere, di due leggende come Graham Nash e David Crosby ai cori.
9. Racine carrèe – Stromae, 2013
Scomparso improvvisamente e misteriosamente dalla scena musicale internazionale, Stromae è stato uno tra i maggiori innovatori del decennio appena trascorso. Nel suo secondo e, finora, ultimo lavoro in studio, l’artista belga è riuscito a combinare egregiamente l’appeal moderno della musica elettronica con uno stile compositivo raffinato e temi di una certa profondità, quali l’alienazione da social network, la malattia e l’assenza della figura paterna nella propria vita privata. Un disco impegnato e scorrevole al tempo stesso.
10. Young narrator in the breakers – Pavo Pavo, 2016
Giovane band statunitense formatasi nel 2015, i Pavo Pavo esordiscono con Young narrator in the breakers l’anno successivo divenendo una tra le realtà più interessanti della scena indie internazionale. Un album variegato e mai banale che sarete grati di avere scoperto.
(Si ringrazia, per la preziosa collaborazione fornita, gli organizzatori del Music Remains, un’interessante realtà culturale che periodicamente, al Civico 103 di Aversa, promuove incontri di ascolto collettivo e riscoperta degli album che hanno fatto la storia della musica, rigorosamente in vinile).
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