Alimentazione, falsi miti e credenze popolari su cibo e dieta smentiti dagli esperti: ecco quali sono
La scienza continua a sfatare miti alimentari comuni, evidenziando l'importanza di basare le scelte alimentari su prove scientifiche solide e informazioni accurate
Esistono numerose convinzioni comuni riguardo l’alimentazione che, secondo recenti studi scientifici, meritano una revisione. Tra consigli datati e credenze popolari le convinzioni errate abbondano e hanno preso il sopravvento. Il mondo della cucina, però, è anche fatto di sperimentazione e c’è chi ha scelto di andare oltre ogni luogo comune, scoprendo che tante certezze tramandate, in realtà, lasciano il tempo che trovano.
Quante volte a fine pasto ci è stato offerto un alcolico come “digestivo”? O quante volte abbiamo sentito dire che il vino riscalda? Peccato che l’alcool non abbia nessuna di queste due proprietà. In realtà, infatti, da un lato rallenta la digestione e produce ipersecrezione gastrica con alterato svuotamento dello stomaco, dall’altro causa una vasodilatazione che ci dà sì un breve senso di calore, ma che, in un secondo momento, comporta un ulteriore raffreddamento del corpo. Sono solo alcuni esempi dei numerosissimi falsi miti che circolano in tema di alimentazione e dieta, ambiti dove si assiste continuamente al pullulare di nuove mode senza alcuna base scientifica (o sulla base di studi non ancora verificati da terze parti, così come prevede invece il corretto metodo scientifico).
Il pane integrale è dietetico. Falso: le calorie del pane integrale e di quello di tipo 0 sono quasi identiche (243kcal per ogni 100g di pane integrale contro 257 kcal per ogni 100g di quello bianco). Il pane integrale dovrebbe essere prediletto non perché più “light” ma perché più ricco di fibre e più salutare. Infatti, un chicco di cereale è costituito da tre parti: la crusca esterna, il germe interno e l’endosperma. Mentre i cereali raffinati subiscono l’asportazione della crusca e del germe, un chicco integrale contiene tutte e 3 le parti. La crusca è ricca di fibre, vitamine del gruppo B e minerali. Il cuore del chicco, ovvero il germe, è l‘embrione che contiene sostanze antiossidanti, vitamine del gruppo E e del gruppo B e grassi buoni. L’endosperma, ovvero la parte amidacea, contiene carboidrati e proteine e fornisce a noi energia. I cereali integrali quindi sono più ricchi di fibra alimentare e possono avere fino al 75% in più di nutrienti rispetto a quelli raffinati. Inoltre possono contribuire a ridurre del 30% il rischio cardiovascolare e di diabete di tipo 2.
Lo zucchero di canna è dietetico. Falso: la differenza tra zucchero di canna e zucchero bianco è minima: 380 Kcal per ogni 100g di zucchero di canna contro 392 kcal per ogni 100g di zucchero bianco. Lo zucchero grezzo è semplicemente uno zucchero non totalmente raffinato: le differenze di colore e sapore dipendono solo dalla presenza di residui vegetali (melassa). Scegliere l’uno o l’altro dipende solo dai nostri gusti o dalla ricetta che stiamo seguendo per fare un dolce. L’importante è non esagerare!
Il pesce fa bene alla memoria. Falso: è credenza diffusa pensare che il pesce sia l’alimento più ricco di fosforo e che quindi migliori la memoria. In realtà ci sono alimenti che contengono quantità di fosforo decisamente maggiori, come ad esempio la frutta secca, i legumi o le uova. La cosa più curiosa però è il fatto che è stato dimostrato che non esiste correlazione diretta tra fosforo e memoria!
La carne rossa combatte l’anemia. Falso: la carne rossa non contiene più ferro rispetto alla carne bianca. Se il vitello, infatti, contiene 1.2mg/100g, il coniglio ne contiene anch’esso 1.1mg/100g. Inoltre, il ferro contenuto nella carne è facilmente assimilabile per questo non bisogna esagerare: il ferro è un potente ossidante ed elevati livelli di ferritina sono associati a un rischio aumentato di patologie cronico degenerative (tumori, malattie cardiovascolari).
Eliminare i grassi fa dimagrire. Falso: ormai tutti gli esperti concordano nel sostenere che questa teoria è infondata. I grassi, infatti, sono un gruppo di macronutrienti fondamentali per la salute, oltre a svolgere una funzione energetica sono componenti importanti delle membrane cellulari. Infatti, i grassi sani, come i monoinsaturi (presenti nell’oliva e in altri oli vegetali, nell’avocado e in alcune noci e semi) e i polinsaturi (presenti negli oli di girasole e altri oli vegetali, noci, pesce e semi di lino) possono aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiache o ictus.
La pasta va eliminata se si è a dieta. Falso: associare la pasta all’aumento di peso o al grasso in eccesso è sbagliato. La pasta, infatti, ci fornisce preziosi carboidrati, necessari in ogni dieta sana ed equilibrata. La cosa fondamentale è consumarla con criterio, moderando le porzioni e optando per sughi e condimenti non troppo elaborati o troppo pesanti. L’ideale sarebbe una salsa con il pomodoro o con le verdure. Ricorda che le verdure, grazie al loro alto contenuto di fibre, riducono l’assorbimento dei carboidrati e quindi non devono mai mancare all’interno di un pasto. Questione collegata è quella del glutine: seguire una dieta “gluten free”, senza un reale bisogno, riduce inevitabilmente la varietà della dieta e non serve nemmeno a dimagrire!
Saltare i pasti fa dimagrire. Falso: la credenza che saltando i pasti si dimagrisca è assolutamente sbagliata! Saltare i pasti rallenta il metabolismo, rendendo paradossalmente più difficile il dimagrimento. Inoltre, è un’abitudine poco salutare e deleteria per il fisico.
Il gelato può sostituire un pasto. Falso: una coppa di gelato può apportare numerose calorie, ma a livello nutrizionale non può rappresentare un pasto completo. Piuttosto è preferibile concedersi una piccola porzione (meglio se alla frutta) come spuntino una volta ogni tanto.
Alimentazione in gravidanza: Durante la gravidanza è sempre necessario condurre una dieta sana ed equilibrata, per evitare problemi di salute come il diabete gestazionale o l’ipertensione. In gravidanza vanno consumati con accortezza alcuni alimenti, come carne, pesce, uova crude o insaccati, che possono provocare infezioni al feto, limitati altri come il caffè mentre evitate le bevande alcoliche. Nessuna scorpacciata dunque, anche se si è in due (o più!)
Le banane sono ricche di potassio. Falso: Ci sono alimenti decisamente più adatti delle banane per ristabilire i livelli di potassio nell’organismo. Ad esempio, le albicocche secche forniscono più del triplo del potassio presente nelle banane, ma anche i pistacchi, le mandorle, le nocciole e in generale tutta la frutta a guscio e la frutta essiccata. Parlando di frutta fresca, invece, i kiwi ne contengono più delle banane.
L’acqua frizzante gonfia la pancia. Falso: si tratta di una leggenda metropolitana e di uno dei tanti falsi miti sul cibo. Certamente bevendo molta acqua gassata ci si può sentire un po’ gonfi a causa del gas introdotto, ma il gonfiore percepito è solo una sensazione. Addirittura, chi si sente spesso gonfio (magari per stitichezza), potrebbe attenuare il disturbo proprio bevendo più acqua frizzante, soprattutto durante i pasti.
L’olio d’oliva serve per condire, non per cucinare: Spesso si sente dire che l’olio extravergine d’oliva non dovrebbe mai essere usato per cucinare ad alta temperatura perché ha un punto di fumo relativamente basso: 200°C rispetto ai 225°C dell’olio di girasole o ai 260°C dell’olio di crusca di riso. Innanzitutto, a meno che non stiate impegnandovi in una frittura di livello professionale, è improbabile che il problema si ponga. In secondo luogo, l’elevato contenuto di grassi saturi dell’olio d’oliva di buona qualità lo rende più stabile quando viene riscaldato a temperature elevate e continue (110°C) rispetto a molti altri oli vegetali.
Non lavare mai i funghi: Sono tanti gli chef-star che si sono schierati per il no-wash dei funghi. Secondo molti esperti, infatti, non andrebbero lavati perché contengono già alti livelli di umidità e sciacquarli significa fargliene assorbire ancora di più, rendendoli mollicci e poco saporiti. In realtà in fase di pulizia risucchiano relativamente poca acqua e l’umidità aggiunta è un’alleata se vogliamo trasformarli in una preparazione saporita: assorbono meno grassi (come l’olio) in cottura e rimangono più saporiti e leggeri. La riprova sta nei funghi secchi, che assorbono più olio e grassi di quelli umidi, diventando meno gradevoli da assaporare. E poi, i funghi pieni di terra non piacciono a nessuno!
Il caffè danneggia il fegato? Un’idea anch’essa molto diffusa, ma falsa: un moderato consumo di caffè, stimato in 2-3 tazzine al giorno, può avere addirittura effetti benefici e protettivi, fornendo antiossidanti.
Preferire il latte vegetaleal latte vaccino: C’è anche chi sostiene che il latte vegetale, quello cioè composto da avena, mandorle, riso e canapa, sia preferibile al latte vaccino. Non è però sempre così. Il latte vaccino delle mucche ha quasi il doppio delle proteine del latte di avena e quattro volte di più di quello di mandorle. Inoltre, in quello vegetale potrebbero esserci sodio e zuccheri aggiunti, dannosi per la salute.
Cibi di soia pericolosi: Alcuni studi recenti sugli animali hanno scoperto che alte dosi di estrogeni vegetali contenuti nella soia, chiamati isoflavoni, stimolano la crescita delle cellule del tumore al seno. Da qui la credenza che tale stimolazione sia presente anche sugli animali, principio non vero anzi, il suo contrario. Infatti, cibi e bevande a base di soia, come tofu, tempeh, edamame, miso e latte di soia, possono persino avere un effetto protettivo nei confronti del rischio e della sopravvivenza del cancro al seno.
Patate bianche dannose: Spesso le patate vengono messe in discussione a causa del loro alto valore glicemico. Eppure, sono ricche di vitamina C, potassio, fibre e altri nutrienti, soprattutto se consumati con la pelle. Inoltre, sono economiche e si trovano tutto l’anno nei negozi alimentari.
La scienza continua a sfatare miti alimentari comuni, evidenziando l’importanza di basare le scelte alimentari su prove scientifiche solide e informazioni accurate. Inoltre, è bene sempre sottolineare quanto siano importanti quantità e frequenza di assunzione degli alimenti anche e soprattutto in correlazione a fasi di vita o patologie del soggetto che li consuma.
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