È stato presentato, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Luigi Vanvitelli ad Aversa, da parte della Caritas, il “Dossier regionale sulla povertà” prodotto ogni anno sulla base dei colloqui dell’anno precedente nella Rete dei Centri di Ascolto (CdA). La Caritas assiste quotidianamente, attraverso il servizio mensa e non solo, persone ed intere famiglie, cadute in disgrazia economica da un giorno all’altro. Si tratta, spesso, di persone che hanno perso il lavoro e che non riescono neppure a mettere il piatto a tavola.

Secondo il report la povertà continua a crescere in Campania e i dati che emergono dal dossier sono a dir poco scioccanti.Nel corso del 2022, il numero di persone in difficoltà che ha cercato assistenza presso i Centri Caritas è salito a 11.099, rispetto agli 8.666 dell’anno precedente, registrando un aumento del 32,6% nel primo semestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Campania, in confronto alle altre regioni italiane, mostra il più alto tasso di aumento, mentre la media nazionale rimane pressoché stabile. Gli esperti che hanno analizzato i dati collegano questo fenomeno all’incremento generale del costo della vita e alla diminuzione dei nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza. Nel mese di agosto 2023, in Campania, 36.950 nuclei familiari non hanno usufruito della misura, rispetto al mese precedente sono 36.950, mentre in Italia sono 154.765. Si tratta quindi del 23,9 per cento del dato nazionale.
Dal report annuale Eurostat sulle condizioni di vita in Europa emerge che la Campania e la Calabria sono tra le prime quattro regioni in Europa con una quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Nel 2022, in Campania si registrava il secondo dato più alto in Europa – dopo il Sud-Est della Romania – con il 46,2%, contro una media europea del 21,6 per cento. L’incidenza della povertà relativa cresce in relazione all’aumentare del numero dei componenti della famiglia; nel 2022 per quelle monocomponenti si attesta al 4,9%, fino ad arrivare al 35% per le famiglie più numerose (di 5 componenti e oltre). Su scala regionale Calabria (31,6%), Campania (22,1%) e Puglia (21%) sono le regioni che registrano valori più elevati, mentre Trentino-Alto Adige (con un’incidenza del 3,8%) e Lazio (5,5%) presentano i valori più bassi. La Campania vede comunque l’incidenza della povertà relativa diminuire, pur se di poco, giacché si passa dal 23,4% del 2021 al 22,1% del 2022, a dimostrazione che le misure di assistenza messe in campo dallo Stato hanno contribuito a contenere la crescita della povertà. Quanto sta emergendo quindi nel 2023 preoccupa molto, perché questo contenimento sembra non esserci più in maniera adeguata. La soglia di povertà relativa familiare nel 2022 è pari a 1.150 euro per una famiglia di due componenti. Nel 2021 il valore era di circa 1.054 euro.

Inoltre, il dossier, derivato dall’analisi incrociata dei dati della Caritas e dell’Istat, rileva che la Campania è una delle regioni più colpite dalla povertà economica, educativa e sanitaria. E stato rilevato che nel 2022, il Sud Italia ha subito un aumento del 15% rispetto al 2021, colpendo il 40,6% delle famiglie a rischio di povertà ed esclusione sociale. La Campania risulta anche la prima regione in Italia per il numero di analfabeti e persone con bassa istruzione. La situazione occupazionale è critica, con la Campania che presenta un tasso di occupazione del 43,4%, inferiore alla media del Mezzogiorno. Le differenze di genere nel mercato del lavoro aggravano ulteriormente la situazione, con un divario occupazionale tra uomini e donne nella regione che si attesta al 25,9%. La crescita dei NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non fanno formazione) è un ulteriore segno di difficoltà nel panorama lavorativo. Il vescovo di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, delegato regionale per i migranti, commenta: “Un lavoro che non solo manca, con tassi di occupazione da anni sempre tra i più bassi in Italia, ma che vede tante ingiustizie sociali perpetrarsi di continuo. Da una retribuzione non commisurata al lavoro svolto per cui sempre più spesso si deve parlare di lavoro povero, alla precarietà, al lavoro nero, alle tante vittime di incidenti sul lavoro a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza. Per non parlare infine delle enormi differenze retributive e di possibilità di impiego che vedono le donne fortemente discriminate rispetto agli uomini“.
Il dossier della Caritas sottolinea che le richieste principali presso i Centri di Ascolto riguardano il cibo, seguito da interventi sanitari, sostegno all’affitto e pagamento delle bollette. Le donne italiane disoccupate, con una media di 47,6 anni e bassa istruzione, sono il profilo principale tra coloro che cercano aiuto. Il vescovo di Acerra Mons. Antonio Di Donna, delegato regionale per la Caritas, insieme al delegato regionale Caritas Carmine Schiavone, all’assessore regionale Lucia Fortini, e il sociologo Ciro Grassini, sottolinea che: “La Caritas, non si pone l’obiettivo di mostrare statistiche o numeri, ma piuttosto vuole far emergere il volto e le storie delle persone che si rivolgono quotidianamente agli sportelli della Campania in cerca di aiuto”
