Ancora una discarica abusiva, l’ennesima, scoperta questa volta nelle campagne aversane proprio alle spalle dell’Istituto tecnico-economico Alfonso Gallo di Aversa. Come si può ben notare dalle foto scattate e dai video girati sul posto, in una stradina di campagna adiacente all’edificio scolastico, all’altezza della rotonda situata tra via Aversa e viale Libertà, non lontano dalla pompa di benzina e da un noto supermercato, basta addentrarsi per poche decine di metri all’interno dei campi per trovarsi davanti agli occhi un vero e proprio scempio ambientale. Tra la vegetazione che cresce fitta e rigogliosa nell’area, infatti, si possono trovare numerosi ammassi di rifiuti di ogni tipologia, in particolar modo pneumatici usati abbandonati in ogni dove, oltre a diversi mobili e suppellettili lasciati marcire sotto le intemperie, rifiuti plastici nonché scarti legati alla produzione agricola.
La situazione nell’area diventa ogni giorno che passa sempre più critica, senza che nessuno faccia qualcosa o prenda seri provvedimenti per risolvere il grave problema. Le istituzioni sembrano latitare mentre i rifiuti sversati aumentano a vista d’occhio trasformandosi in vere e proprie collinette. Non è da escludere che con il caldo estivo e la complicità della mano dell’uomo tali discariche possano presto trasformarsi in pericolosissimi roghi tossici, il tutto a poche decine di metri dalla scuola e dalle abitazioni, rappresentando altresì un grave pericolo per la salute di chi vive in una zona che si trova al confine tra i Comuni di Aversa, di Carinaro e di Gricignano D’Aversa.
Dulcis in fundo, a pochi metri di distanza dal sito dalla discarica, come si può ben vedere dalle foto della gallery e dai video, all’interno di un locale vuoto attiguo alla cabina della corrente, è stato realizzato un “rifugio di fortuna”, molto probabilmente da qualche bracciante agricolo che lavora come stagionale nelle campagne dell’Agro aversano, in condizioni di vita a dir poco disumane, con il rischio concreto non solo di venire folgorato da qualche scarica elettrica ma anche di rimanere intrappolato in qualche possibile incendio. Si tratta di una situazione di estremo pericolo per coloro che hanno trovato rifugio in questa sorta di bunker, una condizione da terzo mondo in cui nessun essere umano dovrebbe essere costretto a vivere, e fa nutrire non pochi sospetti circa la diffusione della piaga del caporalato e dello sfruttamento dei braccianti anche nelle campagne dell’Agro aversano.