Acque agitate nella maggioranza dopo il voto in commissione Cultura, in cui è stata sfiduciata l’assessore al ramo Luisa Melillo. Che ci sia imbarazzo all’interno della coalizione guidata dal sindaco Alfonso Golia, è dimostrato dai silenzi dei protagonisti e quei pochi che parlano sembra che lo facciano a malavoglia.
Ma andiamo per ordine. Protocollata in data 29 gennaio 2020, arriva in commissione Cultura la richiesta di sfiducia dell’assessore Luisa Melillo, firmata dai due componenti della minoranza Luigi Dello Vicario e Alfonso Oliva. “Non informa e non si confronta con la commissione”, sono i motivi scatenanti la richiesta, cui si aggiunge “la lunga assenza dell’assessore, pur avendo la consapevolezza di aver accettato un incarico gravoso e retribuito”.
Alla conta dei voti, la sfiducia passa, a favore Dello Vicario e Oliva; astenuti i componenti di maggioranza Maurizio Danzi e Paolo Santulli, assente Pasquale Fiorenzano. Il voto apre una profonda ferita nella maggioranza, perché se è vero, come dice Fiorenzano, che “non esiste in nessun regolamento la possibilità di sfiduciare un assessore da parte di una commissione”, è altrettanto evidente che l’astensione dei due componenti della maggioranza è un campanello d’allarme per l’amministrazione Golia. Un dato politico e un giudizio negativo sull’operato di Melillo da parte di chi dovrebbe difenderla.
Insomma, Danzi e Santulli, entrambi Pd, così facendo hanno praticamente chiesto le dimissioni dell’assessore. Ed ecco il motivo del disagio che serpeggia nella maggioranza. Pasquale Fiorenzano, assente giustificato, prova a non scatenare altre tensioni, difendendo, comunque, Melillo.
“Per me è un atto che non esiste”, esordisce Fiorenzano. “Dal punto di vista regolamentare è carta straccia. Sull’astensione dei due componenti di maggioranza premetto che non ho avuto modo di parlare con nessuno dei due, ma non credo che ci sia stata una cattiva intenzione da parte loro. Personalmente se fossi stato presente avrei votato contro alla sfiducia, perché credo che ci siano luoghi diversi in cui una maggioranza debba fare una tale riflessione politica. Inoltre, non posso dire che è un operato negativo quello dell’assessore Melillo. L’appuntamento di Natale ad Aversa lo abbiamo fatto con pochi soldi in cassa ed è venuta fuori una manifestazione che è piaciuta. Sulla sua presenza in commissione – conclude il giovane consigliere comunale – ricordo che un assessore non ha l’obbligo di parteciparvi, eppure è stata quasi sempre presente”.
Con poca voglia di parlare, Paolo Santulli conferma e motiva il “nì” alla proposta della minoranza, chiamando in causa anche il sindaco. Un “nì” che ha tutta l’aria di un sì. “Abbiamo votato un documento di sfiducia proposto dalla minoranza, rispetto al quale noi ci siamo astenuti. È passata la loro proposta in commissione, ma non ha alcun valore. Hanno comunque segnalato delle questioni, alcune delle quali facilmente riscontrabili. Il sindaco le sa bene, ne è a conoscenza. Il nostro voto è un dato politico rispetto a qualcosa che è sotto gli occhi di tutti. Le cose riportate dalla minoranza le conoscono in molti. Alla Melillo attribuisco la mancanza di esperienza amministrativa. Siamo stati in due che abbiamo condiviso una scelta che poteva essere diversa”, conclude Santulli, tirando in ballo anche Danzi. Come se volesse dividere a metà le responsabilità della decisione.
D’altronde, all’ex parlamentare non è mai piaciuto il modus operandi di Melillo. Nella proposta di sfiducia è citato il 40° Trofeo Marfuggi di atletica leggera, una sua creatura, che non è stato inserito nelle manifestazioni del Natale ad Aversa. Anche la querelle stadio ha inciso, con le polemiche sulla gestione e sulle condizioni del manto erboso. Santulli, vicino al presidente del Real Agro Aversa Guglielmo Pellegrino, ha mostrato chiari segnali di insofferenza. Insomma, con molta probabilità se l’è legata al dito.
Intanto Danzi, chiamato in causa, si è espresso attraverso una nota: “Il voto in commissione Cultura – ha scritto – deve essere letto come uno sprone a fare sempre di più per il rilancio culturale della nostra città, anche alla luce dei buoni risultati ottenuti in questa prima fase di amministrazione. Contrariamente a quanto dichiarato non è mia intenzione sfiduciare nessuno né tantomeno il sindaco Golia che ho sostenuto e sostengo con forza. Confermo, inoltre, la mia totale disponibilità nel continuare a lavorare al fianco della Melillo”. L’assessore e il sindaco, invece, più volte contattati, non hanno risposto. Un altro segnale dell’imbarazzo all’interno della maggioranza, nonostante “la piena solidarietà e il sostegno all’assessore Luisa Melillo” del gruppo consiliare “La politica che serve”.
Il gruppo pretende “chiarezza dai consiglieri comunali che hanno permesso, prestando il fianco all’opposizione, la discussione e l’approvazione di un atto che è fuori da qualsiasi norma statutaria, ma che non può essere sottovalutato – si ammette al termine della nota – nella sua valenza politica”.
In tarda serata è stato reso pubblico anche un documento del Partito democratico di sostegno incondizionato all’operato del sindaco Alfonso Golia, sottoscritto dal segretario Francesco Gatto e solo da alcuni dei consiglieri comunali dei democratici. In calce, infatti, mancano le firme di Paolo Santulli, Eugenia D’Angelo e Francesco Forleo, a conferma che all’interno del Pd c’è maretta. Le prossime ore ci diranno se siamo di fronte all’apertura ufficiale di una crisi politica in maggioranza.
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