“Confermo: siamo entrati con le chiavi dell’ex proprietario. È il figlio che ci ha aperto”. Queste parole, estremamente chiare, si riferiscono alla situazione ingarbugliata dell’immobile confiscato ad Aversa in via Altavilla; e a pronunciarle è l’assessore comunale alle Politiche sociali Ciro Tarantino, presente nei giorni scorsi durante la visita allo stabile del quartiere Borgo della città normanna, trovato ancora occupato da molti materiali (tra cui scatoloni, mobili e biciclette) e in condizioni disastrose. “Venerdì scorso – prosegue Tarantino – è stata la prima volta che il Comune è entrato nell’immobile di via Altavilla, pur essendo dal 2008 un bene nella sua disponibilità. Lo stato dell’edificio è certamente il peggiore tra i beni confiscati e nella disponibilità comunale. Nonostante siano passati ben dodici anni dall’ottenimento del bene, infatti, non è stata mai fatta la divisione“, precisa l’assessore evidenziando un’ulteriore anomalia. Tarantino, quindi, annuncia di voler andare avanti: “Ora verificheremo, attraverso i documenti, quanta parte del bene è nella disponibilità comunale e quanta del soggetto privato. È una verifica che va assolutamente fatta perché è stato lo stesso privato a ribadirne la necessità. Dobbiamo parlare con carte alla mano e, se fosse come il privato afferma, dividiamo immediatamente la proprietà, perché questo tutela sia lui, sia noi. Non so perché questo non sia stato fatto negli anni precedenti”.
Ma un’altra incognita riguarda proprio i documenti dello stabile. Al momento, infatti, l’assessore non li ha visti. “Se non trovo i documenti in Comune – chiarisce subito Tarantino –, immediatamente li chiedo all’Agenzia nazionale dei beni confiscati. Sugli altri beni in nostra disponibilità, a via Gramsci e via De Chirico, abbiamo un incartamento molto completo che custodisce il comandante della polizia municipale. Il comandate è entrato in servizio dopo che il bene è stato assegnato al Comune di Aversa. Lui ha tutti i documenti degli altri beni, che io ho visto, ma non ho visto quelli di via Altavilla. Se non si dovessero trovare, un secondo dopo li chiederò all’Agenzia dei beni confiscati”.

Per Tarantino, però, tutto si può risolvere in maniera rapida. “Siamo entrati nell’immobile con i proprietari e all’interno il bene è stracolmo di roba di loro appartenenza. È, a tutti gli effetti, un deposito. Sono consapevole che questa non è la prassi. Non è la prassi che un’amministrazione non abbia mai visto questo bene, così come che lo stesso bene sia interamente occupato. Queste cose, però, si risolvono molto rapidamente. L’importante è aver attivato la procedura per utilizzare l’immobile”.
Fare presto è anche la sollecitazione delle associazioni incluse nel gruppo di lavoro che collabora col Comune per l’uso sociale dei beni confiscati. E l’assessore Tarantino non si sottrae dal rispondere: “Con le associazioni è nato un patto di corresponsabilità. A loro, io e il vice sindaco Benedetto Zoccola, abbiamo affidato due mandati: supportare l’amministrazione per definire le migliori procedure amministrative da utilizzare; creare una rete perché emergano dal territorio i bisogni e che cosa, quindi, mettere nei beni confiscati. Per noi i beni confiscati sono il primo punto di investimento sociale. Decidiamo, quindi, insieme su quali beni intervenire e in quale ordine di priorità. Immediatamente chiarita la situazione del bene, cioè cosa è di nostra pertinenza e cosa del privato, decideremo – continua Tarantino, riferendosi all’immobile di via Altavilla – immediatamente cosa farne. Non so dire se sarà il primo bene sul quale agiremo, proprio per le condizioni in cui versa. Posso solo dire che se c’è una parte che va al privato la dividiamo in maniera veloce. Che cosa ne faremo e qual è il bisogno sociale maggiore per quella zona lo stabiliremo con il gruppo di lavoro e con il territorio. Sull’uso sociale del bene non ci sono dubbi, ma deve essere un processo partecipativo. Chiaramente cosa è collocabile nell’edificio dipende da quanta parte è del Comune. Un secondo dopo che sappiamo questo decidiamo anche l’uso sociale”, conclude l’assessore del Comune di Aversa.
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