Il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, ha partecipato al seminario promosso dalla Banca popolare pugliese sull’agricoltura e la valorizzazione dei prodotti della terra, svoltosi presso l’auditorium “Sant’Agostino” dell’Università del Sannio. Il seminario ha visto la presenza della ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova e la partecipazione di Confindustria, Coldiretti e delle imprese locali.
Il Presidente Di Maria ha ricordato come l’agricoltura sia storicamente l’elemento trainante dell’economia sannita e oggi essa può consentire quanto meno di bloccare la pesante migrazione di giovani dai territori delle aree interne.
“Lo dimostra il fatto – ha aggiunto Di Maria – che nei decenni passati era proprio il settore primario ad garantire la crescita della popolazione locale. Negli ultimi tempi la crisi dell’agricoltura ha aggravato le spinte verso l’estero dei sanniti. Eppure le produzioni di eccellenza locali possono essere la base della ripartenza del settore a patto che si pensi all’agricoltura in termini diversi che in passato. Occorre introdurre – ha proseguito il presidente – il concetto della multifunzionalità dell’impresa agricola, quale presidio, cioè, delle risorse ambientali e paesaggistiche, oltre che di piccola unità produttiva. L’agricoltura, in questi termini, può essere nuovamente attraente per i giovani”.
Il parere del presidente della Provincia è che “per supportare tale processo è necessaria una nuova stagione di sinergie istituzionali, che coinvolga meglio tutti gli attori che governano il territorio. In particolare, occorre una migliore cooperazione proprio con il settore del credito. I metodi ragionieristici delle banche non sono sufficienti e non sono utili. Occorre piuttosto saper premiare le idee e l’innovazione. La piccola banca che opera sul territorio a diretto contatto con i produttori può svolgere in tal senso un ruolo decisivo”.
Infine, Di Maria, rivolgendosi direttamente alla ministra, ha invocato “una revisione dei regolamenti agricoli, sburocratizzando la gestione del comparto. La visione orizzontale che accomuna il piccolo agricoltore al grande produttore agricolo non può più essere accettata. Il piccolo agricoltore, che conduce l’impresa familiare, non può trascorrere parte del suo tempo a produrre carte, atti, documenti e a compilare moduli. Diverso è il caso del grande produttore che ha una struttura apposita a cura dei servizi amministrativi”, ha concluso Di Maria.
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