Avevano fatto esplodere diverse bombe carta davanti all’abitazione di Salerno del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Sono in totale quattro le persone considerate come gli artefici del gesto intimidatorio consumatosi la sera del 25 ottobre scorso, quando all’annuncio da parte del governatore di dichiarare la Campania zona rossa, scoppiarono numerose proteste in varie città della regione, sfociate poi in veri e propri atti di violenza, guerriglia urbana e vandalismo tra le strade di Napoli e di Salerno.
Nei confronti dei quattro responsabili, la Procura di Salerno ha aperto un procedimento di indagine per i reati di devastazione, saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale. I rei, in occasione della protesta dei commercianti salernitani contro le restrizioni imposte dal governo regionale, si erano infatti recati nei pressi della casa del governatore campano, facendo deflagrare diversi ordigni esplosivi di fattura artigianale. Gli agenti della Digos di Salerno hanno pertanto provveduto a ispezionare e perquisire le abitazioni degli indagati: al loro interno, i poliziotti, hanno rinvenuto gli abiti indossati la sera stessa dell’attentato dinamitardo e hanno sequestrato una pericolosissima mazza chiodata. Tutti e quattro gli uomini, di origine salernitana e di età compresa tra i 35 e i 40 anni, sarebbero legati alle frange violente del tifo organizzato della Salernitana e alcuni di loro risultano avere anche precedenti di polizia a proprio carico per diversi reati compiuti proprio all’interno degli stadi.