Era il 16 agosto 1972, esattamente 50 anni fa, quando il giovane sub dilettante romano, Stefano Mariottini, si immerse nel mar Ionio a 230 metri dalle coste di Riace Marina e rinvenne a 8 metri di profondità due statue di guerrieri, che sarebbero diventate famose in tutto il mondo con il nome i Bronzi di Riace, quel giorno segna la rifioritura artistica della Calabria, una terra ricca di cultura, di arte e di storia. Il soprintendente archeologico regionale all’epoca Giuseppe Foti, dopo il primo intervento per la desalinizzazione nella Soprintendenza calabrese, per il restauro scelse il laboratorio della Soprintendenza archeologica della Toscana. Ed è proprio a Firenze che i Bronzi furono esposti per la prima volta nel dicembre del 1980, dove rimasero a disposizione degli amanti dell’arte e dei curiosi fino a gennaio del 1981, per poi spostarsi al Quirinale da giugno a luglio dello stesso anno.

È al soprintendente calabrese, che si deve il merito di aver riportato successivamente e in maniera definitiva le due statue a Reggio Calabria.
Il figlio, Alessandro Foti, che all’epoca del ritrovamento era poco più che ventenne, ha dichiarato: “Quello che ho molto vivo nel ricordo è l’impegno e la determinazione che mio padre profuse per il ritorno delle due statue in Calabria dove finalmente arrivarono per non più ripartire. Prima della ristrutturazione del Museo di Reggio – dice – c’era una sala di archeologia subacquea dedicata a mio padre, dopo i lavori è stata cancellata. Adesso non c’è nemmeno una targhetta. Posso solo sperare che la Calabria, la sua Calabria non dimentichi una figura di cui può e deve andare fiera“.
Il ritrovamento e il recupero dei Bronzi di Riace ha segnato una svolta nella storia e nel patrimonio dell’archeologia ellenistica in Calabria e non solo: guerrieri lo sono di certo con tanto di elmi, scudi e lance ed i materiali di cui cono fatti sono la massima espressione della scultura bronzea dell’antico occidente ellenico. La domanda però che tutti da sempre si pongono è quale sia il nome di questi guerrieri. Gli storici hanno cercato di rispondere a questa domanda, notando una somiglianza con il gruppo statuario dei “Fratricidi” di Pitagora di Reggio, che rappresenta il momento precedente al duello fratricida fra Eteocle e Polinice. I Bronzi di Riace, dunque, conosciuti come statua A e statua B ,erano probabilmente i fratelli di Antigone del mito dei Sette a Tebe.

Tanti gli eventi in programma, per i festeggiamenti del cinquantenario dei Bronzi soprattutto nella città di Reggio Calabria e zone limitrofe. Grandi celebrazioni anche nei parchi archeologici di Locri, Kaulon e Palmi, fino ad arrivare ai borghi di Scilla, al centro storico e al lungomare di Reggio Calabria, e Riace. Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria per il cinquantenario del ritrovamento ha dato il via, fino al 23 ottobre, alla mostra: “I Bronzi di Riace. Cinquant’anni di storia” ed è sempre nel Museo di Reggio Calabria, il MArRC , che sarà possibile scorgere ogni dettaglio dei Bronzi di Riace grazie alle foto di Luigi Spina e al sapiente utilizzo di luci e ombre dell’artista in ogni singolo scatto,questi capolavori istantanei orneranno la scalinata monumentale di Palazzo Piacentini. Il Comune di Reggio Calabria, ancora, renderà omaggio ai bronzi attraverso una suggestiva installazione di video mapping sulla facciata del museo di Reggio Calabria, mentre Corso Garibaldi ospiterà una mostra a cielo aperto di Archeologia pubblica dedicata proprio al ritrovamento. Il 16 agosto, nell’anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace la Calabria, inserita dal Time nel World’s Greatest Places 2022, coglie quindi l’occasione per accompagnare i turisti in un viaggio attraverso i secoli nella culla della Magna Grecia fra parchi archeologici, musei e bellezze naturali: Sybaris,Skylletion,Scolacium,Locri,Kroton,santuario di Demetra,museo archeologico di Capo Colonna, Villa Romana di Casignana,Hipponion.
Non solo musei ed installazioni, ma anche la musica celebrerà i due guerrieri con una soundtrack dedicata all’evento: “Bronzi di Riace Original Soundtrack“. Nove compositori hanno mescolato la loro arte in un’esperienza sonora, tra orchestra e elettronica, ispirata dalla sequenza di Fibonacci e da nove meraviglie archeologiche della Calabria. L’intera colonna sonora sarà a supporto della campagna di promozione Bronzi50. “I Bronzi di Riace – spiega Marco Del Bene, coordinatore del progetto della soundtrack– sono cittadini della terra di Calabria. La loro storia è intrisa di fascino e mistero. Così vicini e cosi distanti nella loro sensualità eterna, i bronzi sono immense icone di bellezza a cui è impossibile rimanere impassibili. Cercavo qualcosa che potesse sintetizzare la magia, la bellezza ed il mistero, qualcosa che potesse accompagnare i bronzi e l’anniversario del loro ritrovamento nella forma di sound logo. Una melodia ancestrale che potesse far risuonare l’ascoltatore facendogli percepire la profondità di questa storia straordinaria. Sono partito, così, dalla scrittura di un tema musicale ispirato alla sequenza di Fibonacci. Come per un film, da questo tema si è sviluppata una colonna sonora chiamando a raccolta colleghi, talenti della musica audiovisiva e non solo. Artisti che, con grande entusiasmo, si sono messi in gioco condividendo il percorso con divertimento e grande responsabilità in un omaggio a tutto tondo. Ogni autore, nel pieno rispetto del proprio stile, ha sviluppato la sua visione della melodia sulle base delle suggestioni dettate da un’ipotetica sceneggiatura. Ogni traccia ha un titolo dedicato ad un sito archeologico della Magna Grecia dedicando l’intero progetto a questi due testimonial di eccezione”. Arte a 360° gradi e natura che si fonde co l’ arte sono il fil rouge del 16 agosto 2022 ,ma la Calabria punta a far mostra di sé per l’estate intera e oltre.
