Sotto chiave, in via definitiva, sono finiti beni, riconducibili ad un imprenditore operante nel settore edile, per un valore pari a circa 6 milioni di euro. Ad eseguire il provvedimento, emesso dalla Suprema Corte di Cassazione, il personale della Dia di Napoli. L’uomo, ritenuto legato al clan dei Casalesi, in particolare al gruppo Zagaria, e accusato di gestire il controllo degli appalti, in particolare quelli relativi all’Azienda Ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta.
Nel gennaio 2015, l’imprenditore era stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, eseguita dalla DIA, e successivamente condannato a 7 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso. I beni soggetti a confisca riguardano i rapporti finanziari del soggetto e di sua moglie, i quali erano già stati sottoposti a sequestro dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione, su proposta della Procura della Repubblica di Napoli.
L’odierno risultato della Direzione Investigativa Antimafia si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali di tipo mafioso, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale. La DIA, in particolare, svolge un ruolo chiave nell’identificazione e nella persecuzione dei legami tra imprenditori e clan mafiosi, agendo come una sentinella contro la penetrazione della criminalità organizzata nell’economia legale.