La Corte di Cassazione ha scarcerato il boss Pasquale Zagaria, accogliendo il ricorso degli avvocati Angelo Raucci e Andrea Imperato. Zagaria, fratello del capoclan dei Casalesi Michele, era detenuto al regime del 41 bis nel carcere milanese di Opera dallo scorso 22 settembre. Esponente di spicco e mente economica del clan camorristico, l’uomo torna in libertà con tre anni di anticipo rispetto alla pena inflittagli con sentenza definitiva. La massima corte ha accolto, infatti, la richiesta presentata dai suoi avvocati, riducendo la condanna e fissandola a diciannove anni di reclusione, anziché i ventidue previsti dal precedente verdetto definitivo. Secondo il ricalcolo degli anni trascorsi in carcere, Zagaria sarebbe dovuto uscire già a ottobre 2020, subito dopo, quindi, i cinque mesi di arresti domiciliari concessi all’inizio della pandemia per una grave patologia che lo ha colpito. All’epoca, la sua scarcerazione, insieme a quella di altri 376 boss di mafia e camorra, fece scalpore. Ad aprile 2020, infatti, il Tribunale di Sassari, città dov’era detenuto, concesse la scarcerazione disponendone gli arresti domiciliari presso l’abitazione della moglie, in provincia di Brescia. Poco tempo prima l’uomo era stato operato per un tumore. Pur non essendo il pericolo di vita, i giudici sardi ritennero che il sessantunenne dovesse essere scarcerato, in quanto considerato soggetto a rischio per il diffondersi dell’epidemia da Covid-19.
A seguito della decisione del Tribunale di Sassari, l’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede inviò alcuni ispettori in Sardegna, per cercare di comprendere i motivi che portarono i giudici all’imprevista decisione. Dall’ispezione emerse che fu un errore di battitura nella posta elettronica a non aver permesso l’invio dell’email contenente l’avviso di scarcerazione di Zagaria al Dipartimento di amministrazione penitenziaria, che in questo modo non poté bloccare la procedura. Nel settembre del 2020 il boss tornò in carcere, questa volta a Opera, struttura indicata da Dap come idonea per la detenzione di una persona affetta da problemi di salute e che poteva offrire, quindi, cure adeguate. Ora è arrivata la decisione della Cassazione, che lo ha scarcerato per fine pena. Di recente, anche tre nipoti di Pasquale e Michele Zagaria sono tornati liberi. Il Tribunale del riesame di Napoli ha, infatti, annullato l’ordinanza di custodia cautelare per Filippo, Nicola e Mario Francesco Capaldo, figli di Beatrice Zagaria, arrestati dai carabinieri del Ros nelle scorse settimane, nell’ambito di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia partenopea, con l’accusa di avere infiltrato il clan camorristico nel business della distribuzione alimentare. L’obiettivo, sempre secondo l’accusa, era il controllo di una serie di supermercati attivi nelle province di Caserta e Napoli.

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