Sono accusate di usura e tentata estorsione in concorso le due donne, madre e figlia, tratte in arresto a Castellammare di Stabia dai carabinieri della locale stazione, a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata. Le indagini, portate avanti dai militari con il coordinamento della Procura della Repubblica, erano partite a seguito delle denunce sporte nel novembre del 2017 da due donne, le quali a seguito di gravi ristrettezze economiche avevano chiesto dei prestiti di denaro alle indagate, finendo tuttavia per essere bersaglio di atti vessatori e minacciosi ogniqualvolta si trovassero in ritardo nei versamenti delle ingenti somme di denaro richieste. Alle vittime, infatti, venivano richiesti interessi da capogiro: dalla prima vittima, a fronte d’elargizione di un prestito ammontante a 15mila euro, la più anziana delle due usuraie aveva preteso la restituzione di 30mila euro, da suddividersi in rate mensili da 650 euro, riuscendo a riscuoterne fino al momento della denuncia circa 18.900. Una seconda vittima, il cui debito ammontava a 10mila euro, si è vista richiedere 20mila euro in rate mensili da 500, restituendone 10mila prima di deferire le strozzine alle autorità.
In questo secondo caso, gli inquirenti hanno potuto ricostruire il perverso sistema che generava i folli interessi richiesti: dinanzi alle lamentele della debitrice per le rate troppo alte, le due donne avevano pattuito un abbassamento di 100 a quota, con la promessa che la somma finale sarebbe però cresciuta di ulteriori 4mila euro. Nel mirino delle usuraie anche la figlia della seconda vittima, alla quale erano stati chiesti 2mila euro in rate mensili da 200, a fronte di un prestito iniziale di mille euro. L’impianto investigativo, messo su dalle forze dell’ordine attraverso i resoconti delle debitrici, di testimoni esterni, individuazioni fotografiche e sequestri, ha permesso di ricostruire le condotte violente poste in essere dalle due strozzine, che nell’intento di recuperare le mensilità richieste non esitavano a minacciare di morte le proprie vittime. Dopo le formalità di rito, la madre è stata condotta presso la casa circondariale di Pozzuoli, mentre per la figlia è stata emessa la misura degli arresti domiciliari.
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