Si susseguono, di giorno in giorno, manifestazioni e proteste nella città di Napoli da parte degli operatori dei diversi settori del commercio. Questa sera a sfilare in piazza, in una manifestazione di protesta pacifica, sono stati i commercianti dei settori della moda e della vendita di gioielli, travestiti per l’occasione da fantasmi, a dimostrare il loro status di “invisibili” rispetto ai provvedimenti adottati dalle istituzioni.
I dimostranti si sono dati appuntamento in serata a piazza Dei Martiri, sfilando per le strade del capoluogo in una sorta di processione mortuaria, con candele e lumini, esponendo diversi cartelli con messaggi di protesta chiari per attirare l’attenzione di quei pochi passanti che ormai sono rimasti per strada. Secondo Confcommercio, infatti, i settori della moda, della gioielleria e dell’oreficeria avrebbero perso, negli ultimi mesi, oltre il 50% dei propri introiti a causa della drammatica crisi economica che sta colpendo come una mannaia interi comparti, privandoli di risorse, di investimenti e di forza lavoro. L’associazione di categoria è sul piede di guerra a causa dell’assenza di un piano di sviluppo elaborato dalla Regione e dal Governo che possa rilanciare i settori colpiti dalla crisi.
In Campania sono oltre 300.000 le attività commerciali che sono a rischio fallimento, e le conseguenze potrebbero essere disastrose per molte aziende: qualora dovessero chiudere la crisi occupazionale sarebbe imminente. I commercianti scesi in piazza chiedono dunque un pacchetto di aiuti immediati e concreti che permettano loro di tenere in piedi le attività. Tra le misure di supporto necessarie per mantenere in vita gli esercizi commerciali colpiti dalla crisi i manifestanti chiedono lo stanziamento di contributi a fondo perduto commisurati al calo del fatturato, l’azzeramento dell’Irap, la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi, l’istituzione di un credito specifico d’imposta che copra gli affitti dei locali nonché l’azzeramento dell’Iva sulle utenze.
La protesta silenziosa di stasera si è svolta anche nelle piazze di altre città campane, tra cui Castellammare di Stabia, Sorrento e Salerno. Un’intera categoria travolta dallo sconforto e dall’incertezza sul futuro, caduta in un tunnel recessivo la cui uscita è ancora ben lontana, chiede dunque una boccata d’ossigeno da parte di Governo e Regione per non essere costretta ad abbassare definitivamente le saracinesche, gesto simbolico del fallimento del lavoro, dei sacrifici e dei progetti di un’intera vita.
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