Con lo scoppio del conflitto in Ucraina, per l’Europa e soprattutto per l’Italia, si pone il problema di dover diminuire le importazioni di gas dalla Russia. Tra le prime misure: limiti all’utilizzo dei condizionatori negli uffici pubblici, lo stabilisce un emendamento al decreto Bollette per contrastare da un lato il caro energia e dall’altro cercare di limitare in qualche modo il consumo di gas.
Dal primo maggio al 31 marzo 2023 la media ponderata della temperatura negli edifici pubblici in estate non dovrà essere inferiore a 27 gradi, con 2° di tolleranza, e non dovrà superare i 19 gradi in inverno (quindi 21° in inverno e 25° in estate). La misura, riporta il Corriere della Sera, non viene al momento applicata a cliniche, ospedali e case di cura.

In caso di violazione delle regole sono previste multe dai 500 ai 3mila euro. Secondo il Corriere della Sera, potrebbe arrivare anche un decreto per diminuire il consumo elettrico dei comuni limitando il numero dei lampioni accesi e le ore di illuminazione.
Il 57% dei consumi energetici annuali degli uffici pubblici, secondo le ultime rilevazioni, riguarda la climatizzazione. La Pubblica amministrazione, quindi, vuole dare il buon esempio, limitando gli sprechi e sensibilizzando così i cittadini a razionalizzare i consumi. Come spesso succede, però, arriva la norma ma resta poco chiaro chi deve farla rispettare.