A partire da giovedì 21 aprile la storica e suggestiva cornice rurale del Casale di Teverolaccio di Succivo, situato nel cuore verde dell’Agro atellano, ospiterà la rassegna cinematografica intitolata “La Collettiva”, curata e organizzata dall’associazione Officina Femminista. Gli appuntamenti con il cinema, in totale quattro fino alla fine di maggio, si svolgeranno tutti di sera alle ore 20:30 nella sala multimediale dell’antico maniero all’interno degli spazi offerti dalle associazioni atellane Artenova e Terrah Rural Hub. La rassegna filmica organizzata dalla collettiva femminista e transfemminista, ormai già da diverso tempo impegnata in prima linea nella realizzazione di incontri, di iniziative e di dibattiti sul territorio incentrati sui temi dei diritti delle donne, vuole proporre agli spettatori e alle spettatrici un linguaggio, una narrazione e una visione cinematografica “diversa” e “alterantiva”, che sia realmente inclusiva e democratica, capace di attraversare le differenze con sensibilità ma anche con coraggio.
Ed è così che davanti alla cinepresa vanno in scena i corpi femminili e il loro spazio libero, focalizzando l’attenzione dell’obiettivo sui sogni e sui desideri di chi vuole riaffermare il principio della propria autonomia e della propria libertà, sconfinando i limiti imposti da ogni tipo di gerarchia sociale e di genere grazie all’adozione di vere e proprie forme e “pratiche di resistenza”, sia individuali che collettive, affinché ci si possa liberare definitivamente del sessismo soffocante, degli stereotipi di genere, della violenza maschile sulle donne ma anche per costruire una visione dell’essere donna autonoma e non condizionata da quelle narrazioni tossiche, dominanti ed eterodirette imposte in maniera talvolta subdola dalla società e dalla sottocultura patriarcale sulla stessa condizione femminile. L’interessante rassegna organizzata da Officina Femminista si pone dunque l’obiettivo di stimolare i partecipanti a un bibattito e a una riflessione profonda e costruttiva, che porti a una presa di coscienza e di posizione netta di fronte alle ingiustizie, alle disparità e alle diseguaglianze di genere che il modello sociale patriarcale ha perpetrato e continua a perpetrare nei confronti delle donne.

Il primo appuntamento del ciclo cinematografico femminista si terrà, come dicevamo, giovedì 21 aprile alle ore 20:30. Per l’occasione verrà proiettato il lungometraggio L’altra metà – The half of it, diretto dalla regista americana di origini taiwanesi Alice Wu. La protagonista del racconto è Ellie Chu, una giovane liceale molto brillante ma anche un po’ solitaria la quale, per guadagnare qualche soldo e aiutare suo padre, vende saggi e dispense ai compagni di scuola. Il suo piccolo business si allarga al punto che Paul Munsky, suo vicino di casa e giocatore di football, le chiede di scrivere delle lettere d’amore per Aster, la ragazza della quale è follemente innamorato. Tuttavia anche la stessa Ellie è segretamente innamorata della bellissima Aster. Cosa succederà tra i tre giovani coetanei? Il film, liberamente ispirato al Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, è una sorta di ibrido tra il classico e leggero teen drama all’americana e il più complesso e profondo romanzo di formazione.

Giovedì 28 aprile sarà invece la volta della proiezione del film Una donna promettente diretto dalla regista britannica Emerald Fennell. Il film narra le vicende di Cassie, una ragazza che ha abbandonato gli studi in medicina per lavorare come barista. Ai tempi dell’università la giovane subì un fortissimo trauma a causa del suicidio della sua migliore amica, Nina. La ragazza decise di togliersi la vita dopo essere stata brutalmente violentata e stuprata da un suo compagno di corso, il tutto si consumò davanti agli occhi di alcuni loro amici che non mossero nemmeno un dito per fermare le indicibili violenze. Cassie sembra condurre una vita apparentemente tranquilla, ma in realtà ha un piano, quello di vendicarsi della morte della sua migliore amica così da punire tutti coloro che sapevano cosa le fosse realmente accaduto ma che non fecero nulla né per aiutarla, né per far salire la verità a galla. Il film, acclamato dalla critica e nominato a ben cinque Premi Oscar, vincendo la categoria come miglior sceneggiatura originale, è una riflessione cruda e diretta ma dai toni pop sulla rape culture, ossia sulla “cultura della stupro”, e sulle sue devastanti conseguenze sulla vita e sulla psiche di moltissime donne che hanno subito violenze.

Per il terzo appuntamento della rassegna, in programma giovedì 19 maggio, sarà proiettato Bombshell – La voce dello scandalo, del regista e produttore cinematografico statunitense Jay Roach. È il 2016 e siamo nel pieno della campagna elettorale che vedrà il trionfo alle elezioni presidenziali americane del candidato conservatore Donald Trump. Ed è proprio in questo frangente storico che, grazie ad alcune giornaliste coraggiose e intraprendenti, emerge in tutto il suo marciume e squallore lo scandalo degli abusi e delle molestie sessuali riguardanti Roger Allies, presidente e amministratore della Fox, principale emittente televisiva americana, nonché consigliere del futuro presidente Trump. Il film, vincitore del Premio Oscar come miglior trucco e acconciatura e candidato a due Golden Globe, è interpretato da un cast eccezionale composto dalle “stelle” del cinema hollywoodiano Nicole Kidman, Charlize Theron e Margot Robbie. Una storia vera e recente che impone una riflessione attualissima e profonda su come il mondo dell’informazione, dello spettacolo e dello star system siano uno specchio “patinato” fatto di finzione e di apparenza, fedele in realtà ai modelli di una becera e degradante società maschilista e consumistica, che vede la donna come un “oggetto” a uso e consumo degli uomini e del potere.

Il quarto e ultimo appuntamento della rassegna cinematografica organizzata da Officina Femminista si terrà giovedì 26 maggio per ritagliare uno spazio interamente dedicato al cinema italiano d’autore con la proiezione del film Le sorelle Macaluso, della regista palermitana Emma Dante. Maria, Pinuccia, Lia, Katia e Antonella sono cinque sorelle nate e cresciute nella povera e degradata periferia di Palermo, costrette a vivere o meglio a “sopravvivere” in assenza dei loro genitori. Le loro storie si intrecciano tra sogni, aspirazioni e desideri da “piccole donne” che si fanno largo nonostante la condizione di estrema povertà e miseria nella quale si trovano. Tuttavia il loro intimo e fragile mondo familiare andrà in frantumi quando Antonella, la più piccola delle cinque, annegherà in mare perdendo la vita. Questa tragedia segnerà per sempre con una profonda cicatrice, sempre aperta e sanguinante, la storia delle altre quattro sorelle tra rancori, rimorsi e sensi di colpa, senza mai però spezzare quel filo dolce e amaro, popolare e poetico tipico della narrazione teatrale e cinematografica della cineasta siciliana. Il film, molto apprezzato dalla critica, è stato presentato in concorso per il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia.

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