Si riaprirà l’Italia il 4 maggio, non prima. E il piano dettagliato sarà comunicato dal Governo nel corso di questa settimana. Lo ha confermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, con un lungo post pubblicato in mattinata sulla sua pagina Facebook ufficiale, riaffermando nel medesimo intervento anche la centralità delle decisioni governative rispetto alle numerose “fughe in avanti” di questi giorni da parte di alcuni presidenti di Regione, soprattutto settentrionali, con conseguenti reazioni da parte di quelli meridionali, in primis il governatore campano Vincenzo De Luca. Nel pomeriggio, poi, il premier è intervenuto al Senato e alla Camera per un’informativa sull’emergenza Covid-19, in vista del Consiglio europeo previsto per giovedì. Conte ha parlato di una strategia sanitaria in cinque punti elaborata dal Governo. “Il primo – ha spiegato – è mantenere e far rispettare il distanziamento sociale, promuovere l’utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non saranno disponibili una terapia e il vaccino“. Poi, rivolto all’aula, ha sottolineato: “Stiamo elaborando un programma di progressive riaperture, che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali, tenendo sotto controllo la curva del contagio. Tale soglia vogliamo che sia commisurata alla recettività delle strutture ospedaliere delle aree di riferimento. E anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche“.
Su Facebook, invece, Conte s’è lasciato andare a una serie di considerazioni in vista della ripartenza del Paese: “In queste ore, continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus. Le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme. In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee – ha specificato il premier – pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico“.
Quindi, il presidente del Consiglio è entrato maggiormente nei dettagli. “Non possiamo permetterci – ha aggiunto Conte – di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti ‘tollerabile’ soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere. Vi faccio un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti? Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non sono le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19“.
A tale proposito, in qualche modo collegati al ragionamento del premier Conte sono i numeri che arrivano in queste ore dalla Campania e che aprono più di uno spiraglio verso una possibile ripresa con l’avvio della “fase 2” proprio a partire dai primi di maggio. Ieri, per esempio, nel suo resoconto giornaliero, il Comune di Napoli aveva annunciato zero nuovi contagi e zero decessi di persone affette da Coronavirus in ventiquattro ore nel capoluogo. E per ciò che concerne l’assenza di decessi si tratta del quarto giorno consecutivo in città, dove cresce anche il numero dei totalmente guariti, coloro che sono risultati negativi, cioè, a due test consecutivi: sono 142, con una crescita di 11 rispetto al giorno prima, mentre i clinicamente guariti sono arrivati a 42. Il trend complessivo sul medio periodo segnala un calo, dunque, anche se oggi sempre dal Comune comunicano 14 nuovi positivi e, purtroppo, due decessi. A livello regionale, intanto, già domenica, nel suo tradizionale videomessaggio social, il governatore De Luca aveva detto chiaramente che “in Campania ce la stiamo facendo“, pur ribadendo l’esigenza di continuare a essere prudenti per evitare la risalita dei contagi. D’altra parte, anche i numeri ufficiali comunicati nella serata di ieri dall’Unità di crisi regionale sono apparsi incoraggianti, con 61 nuovi positivi su 2.458 tamponi effettuati in giornata (per un totale complessivo di positivi in Campania pari a 4.135 su 53.548 tamponi complessivamente effettuati).