Disposti gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Provincia di Caserta Pasquale Crisci. Era stato arrestato dalla Guardia di Finanza per corruzione con l’aggravante mafiosa il 12 gennaio scorso.
I fatti riguarderebbero l’assegnazione dei loculi cimiteriali nel comune di Santa Maria a Vico di cui Crisci, esponente dei Moderati, in passato è stato vice sindaco e fino al giorno dell’arresto era consigliere comunale di opposizione. L’ex vicepresidente, secondo le accuse, sarebbe intervenuto dietro il pagamento di somme di danaro per far assegnare una cappella cimiteriale e dei loculi ad un esponente della camorra. I fatti sono relativi al 2019, periodo in cui era consigliere comunale di maggioranza nel comune di origine, Santa Maria a Vico, nel Casertano.
A disporre la scarcerazione è stato il tribunale del Riesame di Napoli, cui si è rivolto il politico. Crisci si è dimesso da vicepresidente della Provincia. Il Riesame ha inoltre annullato l’ordinanza cautelare anche nei confronti di un altro indagato finito in carcere il 12 gennaio scorso con Crisci, il dipendente comunale Giovanni Papa (difeso dagli avvocati Pasquale Vigliotti e Claudio Sgambato).
Per Papa i giudici hanno annullato le due imputazioni di estorsione di due cappelle gentilizie ed escluso l’aggravante mafiosa, ed hanno quindi sostituito la misura cautelare in carcere con quella meno afflittiva della sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici per 12 mesi. Per la Dda Crisci – all’epoca dei fatti vicesindaco a Santa Maria a Vico – sarebbe stato il tramite in Comune per fornire informazioni sulle concessioni agli esponenti del clan camorristico Massaro, Domenico Nuzzo e Carmine Liparulo, anche loro arrestati.